Sette anni fa la scomparsa di Lucio Dalla, un “angelo in terra” che ha lasciato una traccia indelebile

Di Mauro Mantegazza    –   Non sembra mai successo, eppure il primo marzo di sette anni fa, il magico cantautore bolognese Lucio Dalla, nel corso della sua instancabile carriera e vita, si fermava per sempre mentre si trovava in tour a Montreux (Svizzera). Sembra che il tempo non si sia mai fermato, perché l’intera sua eredità artistica è talmente enorme da renderlo ogni giorno sempre vivo, ovunque. Definirlo soltanto “cantautore” è estremamente riduttivo per un uomo che ha fatto dell’intera arte la sua ragione di vita: dalla musica alla poesia, dal teatro al cinema, dalla lirica alla televisione, dalla pittura alla letteratura fino al musical… non c’è stato alcun ambito in cui quel “piccolo uomo” non si sia cimentato, sempre per sete di sapere e di esperienza, di divertimento. In fondo non c’è stato nulla che lui abbia fatto se non per pura passione e divertimento. 

Un uomo fisicamente piccolo, apparentemente “svogliato” ma nettamente il suo contrario. Un uomo venuto da non si sa dove, presente in ogni luogo, in ogni posto, dove si sentiva a casa un po’ ovunque: nella sua Bologna, così come in Sicilia dove produceva del buon vino, il suo “Stronzetto”; e ancora in Puglia, e inevitabilmente nella sua adorata Napoli che ha amato nelle sue radici più profonde, dove dalla vicina Sorrento, partorì di fronte al mare il suo capolavoro dedicato al tenore Enrico Caruso.  Se si volesse parlare di “uomo di mondo”, ecco, Dalla sarebbe l’esempio perfetto. Un genio. Una testa incredibile. Una cultura senza confini. Con lui poteva discorrere il barbone di strada, l’uomo dei “bassi” fino al più noto filosofo, il personaggio politico o il Nobel per la letteratura. Non c’era differenza, la chiacchierata era con tutti, per tutti e soprattutto all’altezza di tutti. E c’era sempre da stupirsi e da imparare da lui perché era una persona sempre avanti con la testa, mai convenzionale, una sorta di “guru”, uno stregone o forse uno di quegli “angeli in terra”, quella figura di angelo che lui ben descrisse nella canzone “Se io fossi un angelo”. Ed è probabile che, proprio come un angelo, Lucio continua invisibile ad essere tra la gente, divertendosi come ha fatto in tutta la sua vita che per noi “umani” ci sembra finita troppo presto.

  

La sua biografia

Lucio Dalla nasce a Bologna il giorno 4 marzo 1943 e comincia a suonare sin da giovane. A quattordici anni passa dalla fisarmonica al clarino. Trasferitosi a Roma, entra a far parte d’un complesso, la Second Roman New Orleans Jazz Band. Nel 1960 si esibisce con il gruppo musicale i “Flipper”. La svolta avviene nel 1963 quando al Cantagiro, Gino Paoli si offre come produttore. Nel 1964 approda alla scuderia discografica Rca. Incide “Lei” e “Ma questa sera”, ma senza successo.

Lucio Dalla debutta nel 1966 al Festival di Sanremo con “Paff…Bum”, in coppia con i “Yardbirds” di Jeff Beck. Nel 1967 è la spalla di Jimi Hendrix nel concerto al Piper di Milano. Esce il suo primo album “1999” (1966). Seguono “Terra di Gaibola” (1970, con “Occhi di ragazza” di Gianni Morandi) e nel 1971 “Storie di casa mia”, contenente canzoni quali “Il gigante e la bambina”, “Itaca”, “La casa in riva al mare”. Dal 1974 al 1977 collabora con il poeta bolognese Roberto Roversi, orientando la sua produzione verso contenuti civili. Insieme creano tre album significativi: “Il giorno aveva cinque teste”, “Anidride solforosa” e “Automobili”.

Nel 1977, sciolto il sodalizio con Roversi, diventa paroliere di se stesso. Scrive “Com’è profondo il mare”, a cui fa seguito nel 1978 “Lucio Dalla”. Il disco contiene classici quali “Anna e Marco” e “L’anno che verrà”. Gli anni Ottanta per l’artista bolognese rappresentano un decennio ricco di consensi popolari e record di vendite. Fondamentali gli anni 1979 e 1981. Si esibisce dal vivo con il collega Francesco De Gregorinel tour Banana Republic (da cui l’omonimo “live”). Seguono nel 1980 “Dalla”, con le stupende “La sera dei miracoli”, “Cara” e “Futura”. Incide nel 1981 “Lucio Dalla (Q Disc)”, “1983” nel 1983 e “Viaggi organizzati” nel 1984.

Nel 1985 esce l’album “Bugie” e nel 1986 “Dallamericaruso“. In questo disco è inclusa la canzone “Caruso“, riconosciuta dalla critica come il capolavoro di Dalla. Vende oltre otto milioni di copie, viene incisa in trenta versioni, tra cui la versione di Luciano Pavarotti. Il brano circola per i paesi di tutto il mondo. Nel 1988 si forma un’altra accoppiata vincente: Lucio Dalla e Gianni Morandi. Scrivono un album insieme, “Dalla/Morandi”, a cui segue una trionfale tournée nei più affascinanti luoghi d’arte d’Italia mai raggiunti prima d’ora dalla musica leggera.

Nel 1990 in televisione, presenta il suo nuovo brano “Attenti al lupo” e il seguente album “Cambio”. Il disco totalizza quasi 1.400.000 copie vendute. Seguono un prolungato Tour, documentato nel live “Amen” e, nel 1994, l’album “Henna”. Il 1996 segna l’ennesimo successo discografico con l’album “Canzoni”, che supera la cifra di 1.300.000 copie vendute.

Nelle estati del 1998 e 1999 è in concerto, accompagnato dall’Orchestra di Musica Sinfonica di 76 elementi, diretti dal Maestro Beppe D’Onghia. Reinterpreta i suoi brani più famosi, riarrangiati in chiave sinfonica. Il 9 settembre 1999 pubblica “Ciao”, dopo esattamente trentatré anni di distanza dal suo primo album che si intitolava 1999. L’album contiene undici brani, prodotti ed arrangiati da Mauro Malavasi. La tiltle-track “Ciao” diventa il brano radiofonico dell’estate 1999. L’album conquista il doppio disco di platino.

Il 12 ottobre 2001 esce “Luna Matana”, interamente scritto e realizzato alle Isole Tremiti. Numerosi i camei: Carmen ConsoliGianluca Grignani e Ron. L’album contiene undici nuove canzoni tra cui il singolo di lancio Siciliano. Oltre ad essere autore e interprete di canzoni indimenticabili, Dalla è anche un talent scout. A Bologna ha sede la sua etichetta discografica Pressing S.r.l., che ha lanciato gli StadioRonLuca CarboniSamuele Bersani e ha permesso la rinascita artistica di Gianni Morandi. Di questa attività fa parte anche il suo lavoro di compositore di musica per film. E’ autore di colonne sonore per i film di Mario MonicelliMichelangelo AntonioniCarlo Verdone, Giacomo Campiotti e Michele Placido. Ha anche aperto la galleria d’arte No Code, in Via dei Coltelli a Bologna.

Sconfina nella musica classica in “Pierino e il lupo” di Prokofiev nel 1997. Collabora con il poeta Roberto Roversi. Creano insieme un album di 6 canzoni inedite, non in commercio ma regalato all’Università di Bologna, diventando immediatamente oggetto di collezionismo e di culto. E’ autore di programmi televisivi di successo: Te vojo bene assaie, Capodanno, RaiUno – Taxi, Rai Tre – S.Patrignano. Non ultimo il programma con Sabrina Ferilli, “La Bella e la Besthia” (2002). Nel 2008 Lucio Dalla mette in scena “L’opera del Mendicante” di John Gay, interpretata dalla cantante e attrice Angela Baraldi e Peppe Servillo degli Avion Travel. A luglio dello stesso anno presenta l’inno ufficiale della squadra olimpica italiana, intitolato “Un uomo solo può vincere il mondo”, composto per i Giochi Olimpici di Pechino.

Il 10 ottobre 2009 viene trasmesso dalle radio il singolo “Puoi sentirmi?”, che anticipa l’uscita dell’album “Angoli nel cielo”. Il 2010 si apre con la notizia di un concerto insieme di Dalla con Francesco De Gregori, a trent’anni da “Banana Republic”.

A distanza di quarant’anni dalla sua ultima partecipazione, nel febbraio del 2012 torna al Festival di Sanremo, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano “Nanì“, del quale Dalla è co-autore. Pochi giorni più tardi, mentre si trova in tour in a Montreux (Svizzera), il giorno 1 marzo 2012 Lucio Dalla muore improvvisamente, a causa di un infarto. Avrebbe compiuto 69 anni tre giorni dopo.

(Biografia tratta dal sito www.biografieonline.it)

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