Anthony Hopkins e il premio Oscar come miglior attore protagonista per “The Father”: a 83 anni è il più anziano di sempre

Gli esordi

Una carriera straordinaria la sua. Nato il 31 dicembre 1937 nel bordo di Margam, sulla costa sud del Galles, figlio di una casalinga e di un panettiere (l’altro giorno ha postato su Twitter un video in cui declama una poesia sulla sua tomba) ha studiato recitazione, approdando nel 1957 alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra. È Lawrence Olivier a notarlo, lo invita a entrare nella compagnia del National Theatre. Molto palcoscenico e ruoli in film per la tv, si fa notare sul grande schermo con interpretazioni come quella in The Elephant Man (1980), diretto da David Lynch.

Il successo nei panni di Hannibal Lecter

Ma il vero successo arriva nel 1991 con il cult Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme, in cui presta il volto a uno dei cattivi più famosi della storia del cinema, lo psicanalista cannibale Hannibal Lecter, al fianco di Jodie Foster nel ruolo dell’agente dell’Fbi Clarica M. Starling. In scena solo sedici minuti ma indimenticabili, come indimenticabile è la sua battuta «Mi mangiai il suo fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti», capace di riassumere in poche parole il personaggio di Lecter. Tornerà a vestire i panni di Lecter in altri due film: uno, del 2001, Hannibal, diretto da Ridley Scott, e Red Dragon, del 2002, diretto da Brett Ratner.

La dipendenza dall’alcol

Per molti anni, lo ha raccontato lui stesso, Hopkins ha dovuto combattere con la dipendenza dall’alcol: decise di smettere di bere il 29 dicembre 1975, dopo essersi svegliato in una stanza d’albergo in Arizona senza avere la più pallida idea di come ci fosse finito. Ha raccontato di aver partecipato a una riunione degli alcolisti anonimi e da allora non ha più toccato una goccia d’alcol. «E non ne ho nemmeno sentito il bisogno. Quando ho chiesto aiuto e mi sono reso conto di non essere solo, ma che c’erano migliaia di persone come me, tutte le mie paure hanno iniziato a dileguarsi»

La carriera dopo Il silenzio degli innocenti

Legatissimo al ruolo, memorabile, di Hannibal Lecter, non ne è però rimasto schiavo. Un’ottantina i film all’attivo, generi e autori agli antipodi. Recita in Ore disperate, nel ruolo del marito di Mimi Rogers, poi in Dracula (1992) di Francis Ford Coppola, e in Casa Howard (1992) di James Ivory. Fa parte del film biografico Charlot, ma riceverà una nomination all’Oscar e il David di Donatello come miglior attore straniero solo per Quel che resta del giorno (1993). Per Oliver Stone diventa il presidente Usa Richard Nixon in Gli intrighi del potere (con cui riceve un’altra nomination all’Oscar come attore protagonista). Nel 1997 viene nominato come miglior attore non protagonista agli Oscar per la pellicola drammatica Amistad di Steven Spielberg.

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