Scuola: la protesta dei genitori ‘No Dad’ in piazza del Plebiscito a Napoli, “paga la mala gestione della Campania. Manca un piano del trasporto pubblico, sacrificati gli studenti”

“Da quanto tempo viene sacrificato il diritto allo studio di bambini e ragazzi in nome dell’emergenza pandemica? E’ quasi un anno, ormai, e neanche oggi è suonata la campanella!”. Si apre così il manifesto dei genitori No Dad della Rete Scuola Saperi e Cura che oggi saranno in piazza prima davanti alla sede della Regione Campania e poi davanti alla Prefettura in piazza Plebiscito.    La campanella in Campania oggi non è suonata nemmeno per i più piccoli, il cui ritorno in classe è stato posticipato dalla Regione Campania a lunedì 11 gennaio “perché è la scuola a pagare il conto di una pessima gestione di sanità e trasporto pubblico!”, affermano i genitori. E al presidente De Luca e alla Regione Campania chiedono: “Perché ancora non esiste un vero piano per potenziare il trasporto pubblico? Perché i privati vengono chiamati a sostituire e non a rafforzare un servizio che dovrebbe essere pubblico? Perché non esistono linee dedicate agli studenti? Perché non vengono garantiti a personale scolastico, studenti e familiari test periodici rapidi e gratuiti? Perché non sono stati istituiti center test in ogni municipalità?”.
Nel manifesto, i No Dad si domandano anche che cosa è stato fatto per garantire “sorveglianza attiva, tracciamento dei contagi e diritto alla salute e alla cura e dove sono i dati? Perché la Regione non rende pubblici i dati sulla cui base tiene gli istituti scolastici chiusi?”.
Critiche sono mosse rispetto alla gestione della scuola anche al Governo, a cui chiedono: “Quale è la strategia? Quanti fondi sono stati stanziati e per quali investimenti? Cosa è stato fatto concretamente in questi mesi?”.
I No Dad affermano che “il tempo è scaduto per Governo e Parlamento. Perché il Senato ha respinto un emendamento alla legge di Bilancio contro le classi-pollaio? Perché lo Stato non investe davvero per garantire più personale, più spazi e tempo pieno per le scuole? Perché il Governo afferma di voler garantire la scuola in presenza ma stanzia fondi solo per la digitalizzazione dell’istruzione?”.

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