100 candeline per la grande Franca Valeri, pseudonimo di Franca Maria Norsa. Attrice e sceneggiatrice di teatro e di cinema, è nota per la sua lunga carriera di interprete caratterista in campo sia cinematografico sia teatrale

100 candeline per la grande Franca Valeri, pseudonimo di Franca Maria Norsa. Attrice e sceneggiatrice italiana, di teatro e di cinema, è nota per la sua lunga carriera di interprete caratterista in campo sia cinematografico sia teatrale. Grande appassionata di opera lirica, nella sua carriera si è dedicata anche alla regia operistica. Nasce come secondogenita in una famiglia borghese milanese, da Luigi Norsa e Cecilia Valagotti; il padre di Franca Valeri era ebreo e la madre, cattolica, era inizialmente mal vista dai parenti del futuro marito, ma l’arrivo del primogenito convinse la suocera ad acconsentire al matrimonio. A carriera già avviata, fu poi scoperta nell’albero genealogico della famiglia la presenza di un’attrice vissuta nel XVIII secolo, di nome Fanny Norsa. Cresce frequentando il teatro di prosa e si appassiona anche di teatro operistico musicale, in giovane età. Trascorre l’infanzia tra Milano, durante l’inverno, e RiccioneVenezia e la Svizzera per le lunghe vacanze estive. Frequenta il Liceo Parini nella sezione C, l’unica in cui venga insegnata la lingua inglese. Sua compagna di classe e amica in quel periodo è Silvana Mauri, futura moglie di Ottiero Ottieri e nipote di Valentino Bompiani, il quale, trasferitosi a Milano in quegli anni, aveva fondato la casa editrice Bompiani. Le leggi razziali del 1938 privano la famiglia dei diritti fondamentali e Franca Valeri si trova, per di più, a dover rinunciare anche alle affezionate domestiche.[1] Il periodo più buio arriva dopo l’8 settembre 1943. Il padre e il fratello trovano rifugio in Svizzera. Franca, rimasta a Milano con la madre, sopravvive alle deportazioni grazie ad un impiegato dell’anagrafe, il quale le rilascia una carta d’identità falsa, che la trasforma nella figlia illegittima di Cecilia Pernetta di Pavia.

Durante la seconda guerra mondiale è amica di Camilla Cederna, Lodovico Belgiojoso, Gian Luigi Banfi, Ernesto Rogers, Aurél Peressutti e di altri intellettuali milanesi; più tardi diviene molto amica di persone di teatro, come Nora Ricci, con la quale reciterà negli sceneggiati Rai Nel mondo di Alice e Sì, vendetta…, entrambi del 1974, e Giuseppe Patroni Griffi. Franca Valeri inizia recitando delle caricature, già prima della guerra, durante l’adolescenza, in compagnia di alcune amiche con le quali inscena una specie di teatrino ad uso e consumo di amici e parenti. Nasce in questo ambito il personaggio della “signorina snob”, così battezzato poi dalla radio, la “Cesira la manicure”, personaggio che stigmatizzava con sagacia e ironia i comportamenti ipocriti della borghesia milanese), e la Signora Cecioni, una romana popolana, sempre al telefono con mammà.

Esordi

Esordisce nel 1947 con il personaggio di Lea Lebowitz, una ebrea innamorata del rabbino, in un lavoro teatrale. Più tardi entrerà a far parte della compagnia del Teatro dei Gobbi, dove esordirà nel 1949. Il nome d’arte Franca Valeri viene scelto solo più tardi, nei primi anni cinquanta, su suggerimento dell’amica Silvana Mauri, che in quel periodo stava leggendo un libro del poeta Paul Valéry, e su spinta del padre ingegnere che non era convinto della carriera d’attrice della figlia. La compagnia del Teatro dei Gobbi, formata da Alberto Bonucci (più tardi sostituito da Luciano Salce), Vittorio Caprioli e Franca Valeri, si trasferisce a Parigi portando in scena i Carnet de notes n. 1 (1949) e Carnet de notes n. 2 (1950), opere che propongono una serie di sketch satirici sulla società contemporanea senza ausilio di scene e costumi. La compagnia sceglie infatti una formula teatrale che non prevede alcun travestimento: gli attori non indossano costumi per caratterizzare uno o l’altro personaggio, ma si presentano così come sono al naturale, in modo che il personaggio sia una invenzione del momento e che scaturisca “come dal cappello di un prestigiatore”. A Parigi la compagnia si esibisce in un teatrino del quartiere latino, vicino al teatro dei Pitöeff, condividendo la serata con un’altra coppia di artisti: Raymond Devos e Marcel Marceau e utilizzando scene dipinte da Lila De Nobili.

Anni cinquanta

Durante gli anni cinquanta, la Valeri intraprende l’attività di attrice cinematografica: esordisce con Federico Fellini, il primo film al quale prende parte è infatti Luci del varietà, codiretto dal regista riminese assieme ad Alberto Lattuada, nel quale interpreta la piccola parte della coreografa ungherese che allestisce un balletto surreale nel nuovo spettacolo di Checco Dalmonte (Peppino De Filippo). Farà seguito una lunga serie di commedie, spesso al fianco di Alberto Sordi o di Totò, tra cui Totò a colori (1952), Piccola posta (1955), Il segno di Venere (1955), Il bigamo (1956), Arrangiatevi! (1959), Il vedovo (1959). Nel 1950 Colette Rosselli e Indro Montanelli si trovano a Parigi, dove va in scena proprio il Carnet de notes n. 2. Montanelli e la Rosselli sono amici della Valeri e sostenitori dello spettacolo. Nasce così in quel periodo la collaborazione tra la Valeri e la Rosselli, che le porterà a realizzare congiuntamente il libro, fortemente sostenuto dallo stesso Montanelli, Il diario della signorina snob, pubblicato nel 1951 dalla Mondadori[8]. Il volume è frutto della celebrità ottenuta dal personaggio della “signorina snob” alla radio, alla fine degli anni quarantaIl diario della signorina snob racconta, in forma di diario, un anno della vita di questo personaggio, tracciandone la vita quotidiana, le frequentazioni, le vacanze. Ogni pagina del diario è illustrata dalle tavole della Rosselli.

Anni sessanta

Negli anni sessanta viene diretta dal marito Vittorio Caprioli in alcune commedie a colori, di cui è anche coautrice della sceneggiatura: Leoni al sole (1961), Parigi o cara (1962) e Scusi, facciamo l’amore? (1968). Franca Valeri è colonna portante del varietà televisivo dagli anni sessanta, spesso diretta da Antonello Falqui in trasmissioni come Le divine (1959), Studio Uno (1966) e Sabato sera (1967), gli ultimi due condotti da Mina e diretti da Antonello Falqui. Le pellicole che la vedono protagonista sono poche e per la maggior parte scritte da lei e dirette da Caprioli. In Parigi o cara al personaggio di Delia Nesti è affidato il ruolo di reggere da sola l’intera costruzione del film, circondato da personaggi tutti di secondo piano. Franca Valeri inoltre non si è dedicata molto al doppiaggio, tuttavia è rimasto un suo doppiaggio dell’attrice francese Simone Signoret nel film Confetti al pepe del 1963.

Durante gli anni sessanta, Franca Valeri pubblica una serie di dischi nei quali vengono registrati i suoi personaggi femminili. La serie di dischi viene pubblicata dalla casa discografica EMI – La voce del padrone. Nascono così gli album Le donne di Franca Valeri (1962, con lo stesso titolo verrà pubblicato anche un EP 7″ contenente un brano inedito rispetto all’album), Una serata con Franca Valeri (1965) e La signora Cecioni e le altre (1968). Negli album ogni traccia racchiude un breve monologo dei personaggi più celebri e conosciuti di Franca Valeri, attraverso la radio e la televisione. Al successo televisivo si deve infatti l’album La signora Cecioni e le altre del 1968, che dedica tutta la prima facciata al personaggio della signora Cecioni, divenuta celebre grazie alle trasmissioni, dirette da Antonello Falqui, Studio Uno (1966) e Sabato sera (1967).

Anni settanta

Le ultime apparizioni cinematografiche di Franca Valeri sono da posizionare tra gli anni settanta e gli anni ottanta, quando figura in alcune pellicole minori che fanno parte degli ultimi fuochi della commedia all’italiana, tra le tante: Basta guardarla di Luciano Salce (1970), Ettore lo fusto (1972), Ultimo tango a Zagarol (1973), La signora gioca bene a scopa? (1974).  Durante gli anni settanta partecipa alla fertile stagione degli sceneggiati televisivi della Rai. Nel 1974 scrive e interpreta la miniserie in quattro puntate Sì, vendetta…, diretta da Mario Ferrero. La vicenda è una riflessione sul mondo degli anni settanta, sui cambiamenti avvenuti in seno alla società italiana in conseguenza alla rivoluzione sessuale, vissuta attraverso gli occhi di una signora borghese e della di lei figlia hippy. Ogni episodio infatti affronta un argomento diverso (l’emancipazione dei ragazzi italiani, il femminismo, il rapporto della borghesia con le mode dei giovani, ecc.), attraverso personaggi femminili, in parte già affrontati precedentemente da Franca Valeri nei suoi sketch: ad esempio l’episodio nel quale Sandra Mondaini interpreta la ricca signora che ha votato la sua esistenza alle stravaganze del mondo dell’arte, riecheggia il personaggio che della traccia La donna del mondo hippy, presente nell’album La signora Cecioni e le altre del 1968, che vuole convincere il marito ad indossare abiti stravaganti per non sfigurare alla festa che lei sta organizzando. Sempre nel 1974 Franca Valeri prende parte allo sceneggiato Nel mondo di Alice, diretto da Guido Stagnaro e interpretato da Milena Vukotic (Alice).

Giovedì 12 giugno 1978, alle ore 21.15 su Rete2, viene mandato in onda lo speciale Bistecca, insalatina, del programma di Claudio Barbati e Francesco Bortolini, Videosera. Franca Valeri fa da conduttrice andando a intervistare vari personaggi celebri sul tema dell’alimentazione e delle diete dimagranti. Tra gli altri vengono intervistati: Agostina Belli, Margherita Boniver e Maurizio Costanzo.

Anni ottanta e novanta

Dal 1989 fino al 1993 nell’ampio spazio all’aperto del Museo della Civiltà Romana, unico spazio dell’E.U.R. di gestione del Comune di Roma, vengono organizzate e prodotte le stagioni Eurmuse dal regista Massimiliano Terzo in collaborazione con Franca Valeri, grande appassionata di opere liriche, e il direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi; Eurmuse ebbe risonanza sulla capitale e a livello internazionale, una manifestazione con più di 6.000 spettatori, in quanto per la lirica oltre le opere realizzate da noti artisti italiani furono presenti compagnie di lirica provenienti dal Giappone, dalla Moldavia e dalla Polonia. Durante questa quadriennale manifestazione estiva “EURMUSE” Franca Valeri dirige la regia nelle opere: Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini e Rigoletto di Giuseppe Verdi, direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi, produzione Massimiliano Terzo. Nel 1993, dopo un’assenza di circa un decennio, riappare sugli schermi televisivi partecipando alla trasmissione Magazine 3, in onda su Raitre.[11] Nel 1995 ritorna a recitare per la fiction, partecipando alla sit-com Norma e Felice accanto al comico Gino Bramieri (con cui aveva già collaborato ai tempi di Felicita Colombo, durante gli anni sessanta), a cui fanno seguito le due serie di Caro maestro (1996-1997), nelle quali interpretava il ruolo della bidella della scuola elementare nella quale era ambientato il telefilm. Accanto all’amico Nino Manfredi, nel 1999, figura in alcuni episodi della serie televisiva Linda e il brigadiere dove impersona il ruolo di Olga. Nello stesso anno ritorna al varietà, partecipando a La posta del cuore, in cui riporta in auge il personaggio della “Sora Cecioni”. Nel 1999, partecipa ad Alcool, commedia sulla decadenza dell’alta borghesia diretta da Adriana Asti.

Anni 2000/2010 – presente

Oltre che attrice famosa è autrice di commedie di successo, come Lina e il cavaliereMeno storieTosca e altre due (portata anche sul grande schermo nel 2003) e Le Catacombe. Nel 2000 prende poi parte alla miniserie TV Come quando fuori piove con la regia di Mario Monicelli. A gennaio 2007 la trasmissione di Raiuno Tv7 le dedica un approfondimento. Durante la lunga intervista, l’attrice racconta un aspetto inedito della sua vita: i suoi primi anni e la sua esperienza di componente di una famiglia ebraica durante le leggi razziali del 1938 e la seconda guerra mondiale. Il 25 settembre 2009 prende parte a una puntata del varietà I migliori anni su Raiuno. Ospitata ed intervistata da Carlo Conti viene tributata dal pubblico con lunghi e calorosi applausi in ricordo della sua fulgida carriera. Tornerà al doppiaggio nel 2001 prestando la voce a uno dei personaggi principali del film d’animazione Disney Atlantis – L’impero perduto, la Signora Wilhelmina Bertha Packard. Nel 2003 Franca Valeri collabora con il rapper Frankie hi-nrg mc, prestando la sua voce per i pezzi prologo ed epilogo dell’album Ero un autarchico. Nello stesso anno recita in La vedova Socrate, un testo liberamente ispirato a La morte di Socrate di Dürrenmatt; ed interpreta il film Tosca e altre due. Nel 2005 ha pubblicato Animali e altri attori. Nel 2006 ha recitato in Les bonnes di Jean Genet. Nel dicembre 2010 Franca Valeri pubblica il libro autobiografico Bugiarda no, reticente, un racconto di un centinaio di pagine nel quale traccia i principali avvenimenti della sua esistenza, che l’hanno portata a intraprendere la carriera artistica come autodidatta. A gennaio 2011 l’attrice torna sul palco del Teatro Valle di Roma con due lavori, Non tutto è risolto (commedia diretta da Giuseppe Marini, con Licia Maglietta, confermata anche nella stagione successiva), la nuova commedia di cui è autrice e protagonista, e poi La vedova Socrate. Insieme a Luciana Littizzetto scrive il libro L’educazione delle fanciulle. Il 19 febbraio 2014 è ospite della seconda serata del Festival di Sanremo 2014, condotto da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Nell’aprile del 2011 sostiene l’occupazione della Sala Arrigoni (ex Cinema Palazzo) nel quartiere di San Lorenzo a Roma, partecipandovi con un intervento, insieme con Sabina Guzzanti.[13] Il 16 giugno 2011 interviene al Teatro Valle durante l’occupazione. Il 31 luglio 2020 festeggia il suo 100° compleanno.

Vita privata

Franca Valeri è stata sposata con Vittorio Caprioli, attore e regista, assieme al quale ha lavorato in teatro e al cinema. I due si conoscono negli anni quaranta, mentre la Valeri recita i suoi monologhi caratteristici a Parigi, e si sposano a Ventimiglia il 16 gennaio 1960, nella chiesa di Sant’Agostino. Successivamente sarà legata per altri dieci anni al direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi, scomparso nel 1995, col quale dà vita al premio intitolato al baritono Mattia Battistini. Franca Valeri ha dichiarato di essere la madre adottiva della cantante lirica Stefania Bonfadelli. Vive a Trevignano Romano in una villa sul Lago di Bracciano, che ha donato al WWF. Franca Valeri, pur non essendo figlia di madre ebrea, ha dichiarato di sentire molto e di essere orgogliosa della propria identità ebraica, rafforzata dalle leggi razziali e dalla persecuzione subita da bambina, e manifestata portando al collo una stella di David proveniente da Israele.

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