Durante il lockdown gli italiani hanno avuto più tempo per figli, tv e musica

Nel corso della Fase 1, durante il lockdown gli italiani hanno trascorso più tempo per la cura dei figli, tv, l’ascolto della musica, le relazioni sociali e le attività creative. E’ quanto emerge dal Report Fase 1 dell’Istat. Un terzo dei cittadini si è svegliato più tardi rispetto a prima del lockdown e un quinto ha dormito di più. Ad approfittarne sono stati gli uomini più delle donne. Tra le attività di lavoro familiare la preparazione dei pasti ha coinvolto il 63,6% dei cittadini (l’82,9% delle donne, il 42,9% degli uomini). La cura dei figli è l’attività che più frequentemente delle altre ha fatto registrare un incremento del tempo dedicato abitualmente, in particolare per il 67,2% di coloro che l’hanno svolta, mentre per il restante 29,5% non ci sono state variazioni. L’obbligo di restare a casa ha stravolto la quotidianità dei cittadini e ha avuto un forte impatto sulla loro giornata e sul loro modo di passare il tempo. Il primo effetto è stato quello di ripiegare sulle attività possibili all’interno delle mura domestiche – senza rinunciare alla creatività – e di cogliere questa occasione per fare sperimentazioni e dedicarsi a quanto rimandato da tempo.

Uno sguardo complessivo su come i cittadini hanno utilizzato il loro tempo in un giorno medio della Fase 1 restituisce l’immagine di una giornata comunque ricca e varia. Ordinando le attività in base alla percentuale di cittadini che le svolgono, al di là delle attività fisiologiche (dormire, mangiare, lavarsi, ecc.) che sono comuni a tutti, il dato che emerge con evidenza è che la quasi totalità della popolazione è riuscita a dedicarsi ad attività di tempo libero (98,3%). Il 76,9% ha svolto lavoro familiare (pulizia della casa, cura dei conviventi, ecc.). Solo il 28% è uscito per vari motivi (passeggiata, andare a lavoro, a fare la spesa). Ha lavorato il 16,7% della popolazione e studiato l’8% (quota che sale al 61,9% tra gli studenti di 18 anni e più). Sebbene le attività fisiologiche siano svolte da tutti, anche in questo caso la quotidianità si è modificata per i cittadini, principalmente perché è stato possibile dedicarvi più tempo del solito. Innanzitutto, un terzo dei cittadini si è svegliato più tardi e un quinto ha dormito di più. Soprattutto gli uomini rispetto alle donne hanno approfittato della possibilità di riposare di più (23% contro 17,6%) e di prendersela più comoda al risveglio (36,8% contro 30,8%).

Per quanto riguarda il consumo dei pasti, anche se oltre i due terzi dei rispondenti non hanno riscontrato variazioni nel tempo dedicato, più di un cittadino su quattro (27%) ritiene invece di avere impiegato più tempo per fare colazione, pranzo o cena. I pasti sono diventati momenti conviviali anche nei giorni feriali a fronte della presenza della famiglia al completo più spesso che in altri periodi. La quota di quanti hanno dedicato più spazio a queste attività rispetto al periodo precedente è più alta tra i più giovani (41,8% tra i 25-34enni) e decresce con l’età. E’ Interessante notare che un quarto della popolazione ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo e sono proprio i più giovani ad averlo fatto di più (39,5%). Situazione analoga sul fronte della cura della persona (lavarsi, pettinarsi, truccarsi, ecc.), alle quali il 20% dei rispondenti ha dedicato più tempo: la quota è più alta tra le donne (23,6%) rispetto agli uomini (16,2%).

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