Il pizzaiolo-imprenditore Sorbillo in diretta su Telecapri: “La ristorazione è ferma senza un perchè, in tutto il mondo è consentito il delivery tranne che in Campania. Trattati da untori, con fitti e collaboratori da pagare”

“La ristorazione campana è ferma. Non capiamo perchè noi dobbiamo starcene chiusi come degli untori e non ci consentono il delivery”. Gino Sorbillo, noto pizzaiolo-imprenditore di Napoli, non le manda a dire e in diretta su Telecapri non risparmia critiche nei confronti del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, apprezzato all’inizio ma ora contestato. “Abbiamo apprezzato finora il lavoro di De Luca, però questo blocco totale continuo e senza uno spiraglio di apertura è inspiegabile e vedere che altri lavorano ci fa praticamente arrabbiare. Attraverso le piattaforme puoi ordinare di tutto, tranne la pizza che terrebbero le persone incollate a casa e che eviterebbero di scendere. La pizza non ti fa scendere: perchè non possiamo farla?” si chiede Sorbillo.

“I supermercati sono stracolmi, gli ascensori dei palazzi pieni, gli androni affollati, toccano la frutta, toccano i carrelli, là è tutto tranquillo? Noi dobbiamo starcene così, con decine di dipendenti sulle spalle, con i fitti che a fine mese si sevono pagare. Il delivery nel mondo – aggiunge l’imprenditore – non è stato vietato, nemmeno a Whuan. L’unica regione d’Italia che lo ha vietato è stata la Campania. A noi dispiace tantissimo, abbiamo tolto dalla strada tante persone, abbiamo un esercito di collaboratori e non sappiamo come fare. Se siamo aiutati aiutiamo, se non siamo aiutati sarà tutto un effetto a catena. Noi lavoriamo con un forno bollente, il problema sarebbe più per il cibo freddo. Il delivery sarebbe in piena sicurezza, ci servirebbe per coprire yn po’ le spese e ci consentirebbe di riavviare con una macchina a filo di gas. Riaprire invece dopo un fermo di tanti mesi con i locali che abbiamo dovuto abbandonare all’improvviso…”.

“Le mie pizzerie sono tutte chiuse. Solo Tokyo è aperta, quella più vicina alla Cina. Che paradosso!” conclude Sorbillo.

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