Coronavirus: il Comune di Napoli valuta l’ipotesi di una tensostruttura per accogliere le oltre mille persone senza fissa dimora che vivono in strada

Il Comune di Napoli sta individuando il luogo piu’ adatto dove realizzare una tensostruttura per accogliere i senza fissa dimora del territorio, oltre mille persone che vivono per strada nel capoluogo campano. L’idea e’ quella di utilizzare ex caserme militari dismesse e, per questo, si attende l’ok della prefettura, che anche in base alle norme del decreto Cura Italia puo’ provvedere all’espropriazione di un bene per destinarlo a utilizzo sociale. L’assessore alle Politiche sociali, Monica Buonanno, ha gia’ visitato due caserme dismesse della citta’ e ha portato queste ipotesi nell’incontro tenuto ieri in prefettura, dal quale e’ emersa la necessita’ di procedere a un ulteriore sopralluogo. In questo modo si cerca anche di decongestionare le mense, che sono in affanno per il numero dei pasti richiesti e dove e’ difficile mantenere le distanze di sicurezza.

Nel frattempo il Comune ha previsto l’utilizzo h24 delle Unita’ di strada per garantire sostegno e mediazione e ha prolungato per l’intera giornata l’attivita’ del Centro di prima accoglienza (ex dormitorio pubblico), garantendo visite mediche settimanali per gli ospiti, grazie al contributo di medici volontari. Ospiti e operatori saranno dotati di mascherine, gel e guanti protettivi, che saranno disponibili in seguito alle donazioni della societa’ Armena Sviluppo Spa e della comunita’ cinese di Napoli. Sono gia’ attivi anche di giorno i centri convenzionati La Palma e La Tenda, che ospitano alcune centinaia di senzatetto, mentre il Comune ha chiesto la proroga di un mese, oltre il 31 marzo, per l’apertura notturna delle stazioni Municipio e Museo della metro. Nella struttura di via Tanucci sono utilizzabili i servizi igienici, ma non le docce, perche’ il vapore potrebbe essere veicolo di contagio. Oltre ai normali servizi di distribuzione pasti e mense, e’ stata richiesta al Banco alimentare una fornitura per 2.000 persone e l’amministrazione sta sostenendo le mense della Caritas con volontari, cibo, mascherine e gel. Nell’ambito del fondo di aiuti europei agli indigenti, il cosiddetto Fead, il Comune ha infine finanziato un ulteriore acquisto di kit per l’igiene personale.

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