Camorra, dieci misure cautelari per estorsione e lesioni aggravate eseguite dai carabinieri a Rimini, sequestrati beni per circa 500mila euro

Vasta operazione antimafia condotta dai carabinieri di Rimini per smantellare due organizzazioni camorristiche che operavano in Romagna, in particolare nella provincia di Rimini. Sono state emesse dal gip di Bologna su richiesta della Dda misure cautelari nei confronti di dieci persone indagate per associazione a delinquere di stampo camorristico. Secondo quanto emerso, i clan erano dediti a estorsioni, rapine, sequestri di persona, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di beni, impiego di denaro di provenienza illecita nonche’ lesioni personali aggravate nei confronti di quelle persone che si ribellavano alle loro richieste. Sono stati sequestrati preventivamente al fine della confisca due societa’, un autonoleggio e conti correnti per un valore di circa mezzo milione di euro. Nelle operazioni sono stati coinvolti circa 150 militari nelle province di Rimini, Prato, Latina, Caserta e Napoli. 

L’operazione dei carabinieri di Rimini che ha portato a dieci misure cautelari di cui sette in carcere e tre ai domiciliari ha permesso di evitare una potenziale lotta tra clan di camorra nel cuore della Romagna. Secondo quanto emerso, l’operazione denominata ‘Hammer’ ha permesso che due famiglie campane, i Contini e i Romaniello, non potessero arrivare a un regolamento di conti a mano armata per il controllo del territorio. Dietro le sbarre finiscono Ciro Contini, Antonio Acampa, Armando Savorra, Cosimo Nicoli’, Pasquale Palumbo, Fabio Rivieccio e Francesco Capasso. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Massimiliano Romaniello, Giuseppe Ripoli e Antonino Di Dato. L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Bologna, e’ partita circa un anno fa e ha evidenziato numerose ipotesi di reato tra cui estorsioni, rapine, sequestri di persona, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di beni e impiego di denaro di provenienza illecita, nonche’ lesioni personali aggravate nei confronti di quei soggetti che non si attenevano alle richieste illecite imposte dai gruppi criminali. In particolare i casi di estorsione potrebbero essere numerosi e non ancora denunciati. “Infiltrazioni di questo tipo sono molto violente – ha commentato il procuratore della Dda di Bologna Giuseppe Amato – noi abbiamo cercato di contenerle grazie al lavoro dei carabinieri di Rimini con questa indagine conclusasi in pochissimi mesi. Contestiamo l’associazione di stampo mafioso seppur nel paradigma della camorra”, ha aggiunto. Il blitz ha evitato un’escalation di tensione che, secondo gli inquirenti, si sarebbe potuta tramutare in una guerra tra bande con gruppi armati pronti a partire dal Napoletano verso il nord Italia, pronti e difendere gli interessi illeciti dei rispettivi clan.

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