Caso Consip, l’ex ministro Lotti e l’ex comandante dei carabinieri Del Sette a giudizio, Scafarto prosciolto

L’ex ministro dello Sport, Luca Lotti, e l’ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, sono stati rinviati a giudizio dal gup della capitale Clementina Forleo che ha fissato l’inizio del processo al 15 gennaio prossimo. Prosciolto invece da tutte le accuse Giampaolo Scafarto, attuale assessore alla legalita’ a Castellammare di Stabia. Proscioglimento anche per il colonnello Alessandro Sessa. Il rinvio a giudizio e’ stato disposto anche nei confronti del generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, dell’imprenditore Carlo Russo e di Filippo Vannoni, presidente della societa’ Publiacqua.

Davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale, Lotti rispondera’ del reato di favoreggiamento: secondo la procura, il 3 agosto del 2016 avrebbe rivelato all’allora ad di Consip Luigi Marroni “l’esistenza di una indagine penale che interessava gli organi apicali passati e presenti di quella societa’ e, in particolare, di una attivita’ di intercettazione telefonica sull’utenza in suo uso”. Circostanza sempre negata dall’ex ministro dello Sport (“Non potevo dire cio’ che non sapevo”). Favoreggiamento e rivelazione di segreto sono i reati attribuiti al generale Del Sette che nell’estate del 2016, stando all’impostazione accusatoria, avrebbe informato Luigi Ferrara, all’epoca presidente di Consip, che c’era un’inchiesta penale sul conto dell’imprenditore campano Alfredo Romeo e di essere cauto “nelle comunicazioni a mezzo telefono”. Anche il generale Saltalamacchia dovra’ fare i conti con l’accusa di favoreggiamento per aver rivelato nell’estate del 2016 a Marroni che la procura di Napoli indagava su Consip

L’attendibilita’ di Luigi Marroni, considerato teste credibile dalla procura, e’ stata determinante anche nella decisione del gup di rinviare a giudizio Filippo Vannoni: nel periodo giugno-ottobre del 2016, l’allora presidente della societa’ Publiacqua di Firenze avrebbe detto a Marroni l’esistenza di una indagine penale che coinvolgeva i vertici Consip e di un’attivita’ di intercettazione sul suo telefono. Quanto a Carlo Russo, l’imprenditore di Scandicci accusato di millantato credito presso lo stesso Marroni, e presso Monica Chitto’ (all’epoca sindaco di Sesto San Giovanni), Daniela Becchini (gia’ dg del Patrimonio dell’Inps) e Silvio Gizzi (ad di Grandi Stazioni Rail), si sarebbe fatto promettere dall’imprenditore Alfredo Romeo la somma di 100mila euro annui come prezzo della propria mediazione che doveva consistere nel favorire la Romeo Gestioni ad acquisire commesse o ad agevolare e velocizzare il procedimento per l’affidamento di una procedura ad evidenza pubblica. Nello specifico, nei confronti di Marroni, la mediazione, realizzata nella prospettazione di Russo anche per il tramite di Tiziano Renzi, papa’ dell’ex premier, doveva consistere nell’ottenere stabili vantaggi nell’aggiudicazione a favore della Romeo Gestioni delle procedure indette da Consip; a tal fine Romeo avrebbe promesso ulteriori utilita’ nella misura di 5mila euro ogni due per Russo e di 30mila euro al mese “asseritamente destinate a Renzi”. Tutto cio’ sarebbe avvenuto tra l’agosto e il dicembre del 2016.

 

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