Cinema: Corte Conti, stanziamenti complessivi Fus Fondo unico per lo spettacolo 2010-2016 costanti quantificati mediamente in 407 milioni

Gli stanziamenti complessivi annui del Fus sono stati relativamente costanti negli anni 2010-2016, e quantificati mediamente in 407 milioni. E’ quanto emerge dalla relazione su ‘La gestione delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo destinate al settore cinematografico (anni 2010-2016)’ – istituito ai sensi della Legge Finanziaria 2006 – approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti con delibera n. 15/2019/G del 31 luglio 2019. “Il dato – si legge nel documento – e’ in diminuzione rispetto al periodo 2005-2008 (esaminato dalla Corte nel 2009), nel quale sono stati stanziati 446 milioni all’anno. La quota destinata al settore cinema e’ stata anch’essa relativamente costante e si e’ assestata su una media di 76,8 milioni annui, interamente utilizzati per ogni esercizio. Allo stesso settore cinematografico sono confluite, inoltre, risorse provenienti dall’utilizzo dei residui dell’utilizzo della tax credit e dai fondi Lotto, e integrazioni straordinarie o previste da disposizioni speciali”. 

 La relazione sulla gestione del Fus Cinema fino al 31 dicembre 2016, quale residuo periodo di vigenza delle disposizioni del d.lgs. n. 28/2004 (“Riforma della disciplina in materia di attivita’ cinematografiche”), offre una prima valutazione delle soluzioni adottate per il superamento delle criticita’ riscontrate nella gestione delle risorse destinate al settore, nell’avvio della riforma di cui alla legge n. 220/2016 (“Disciplina del cinema e dell’audiovisivo”). “E’ positiva – scrive la Corte – la scelta del legislatore di far confluire nel nuovo Fondo per il cinema e l’audiovisivo tutte le risorse pubbliche destinate al settore, visto che la mancanza di una rappresentazione contabile unitaria dell’onere pubblico complessivo per il sostegno statale in materia non consente, ad oggi, l’immediata leggibilita’ della spesa e costituisce un oggettivo ostacolo per la valutazione dell’efficacia della strategia finanziaria di intervento, sul riscontro della quale la riforma incentra la dinamica degli investimenti. In tale direzione, quindi, il Ministero dovra’ realizzare un sistema di controllo e monitoraggio sull’utilizzo delle risorse che sia in grado di rilevare la performance della spesa sotto il profilo dell”utile’ generato dall’investimento pubblico nel settore”. A tal fine, si legge ancora nella relazione,” occorre realizzare una maggiore specificita’ delle voci di spesa oggetto di rappresentazione contabile, in modo che risultino distintamente evidenziati gli importi degli impegni e dei pagamenti a livello di singola tipologia di contributo o di intervento”. Pertanto, alla luce delle pregresse maturate esperienze, per le quali il Mibac riferisce forti criticita’ nei rapporti con il vecchio gestore dell’ex Fondo di cui all’art. 12 del d.lgs. n. 28, la Corte auspica la realizzazione di un adeguato sistema normativo e organizzativo di controllo, finalizzato sia alla verifica degli adempimenti del gestore, che al monitoraggio sull’utilizzo delle risorse e alla valutazione dell’efficacia della sua gestione. 

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