Il 3 giugno del 1977 un infarto spense la vita di Roberto Rossellini. Il regista si trovava a Parigi, aveva settantuno anni

Il 3 giugno del 1977 un infarto spense la vita di Roberto Rossellini. Il regista si trovava a Parigi, aveva settantuno anni.

Stando alla sua vita, trascorre un’infanzia agiata nell’ambiente dell’alta borghesia romana, il padre, impresario edile, indirizza Roberto e il fratello Renzo verso un’educazione umanistica. La stabilità della famiglia vacilla quando la madre va via da casa con un altro uomo e si trasferisce a Varese con la quarta dei suoi figli, Micaela. Il nucleo familiare si dissolve con a morte prematura del padre nel 1931 per broncopolmonite. Roberto, che fino ad allora aveva tentato di conciliare con poco successo il lavoro di costruttore con la passione per il cinema, decide di dedicarsi completamente a quest’ultimo. Realizza alcuni documentari per l’Istituto Luce: in quegli anni aderisce al fascismo per proseguire il lavoro, ma senza condividerne l’ideologia. Sposa nel 1936 la costumista Marcella De Marchis da cui ha un figlio, Romano che muore prematuramente. Gira la cosiddetta “trilogia fascista”: “La nave bianca” (1941), “Un pilota ritorna” (1942) e “L’uomo dalla croce” (1943). Le musiche della trilogia sono curate dal fratello Renzo, come in altri film, tra cui “Roma città aperta” (1945) con Anna Magnani e Aldo Fabrizi.

Il film, ambientato durante l’occupazione nazista e girato con mezzi di fortuna ottiene la Palma d’Oro al Festival di Cannes e la nomination all’Oscar per la sceneggiatura. Ancora sullo sfondo della guerra i successivi film neorealisti “Paisà” (1946) e “Germania anno zero” (1947), poi l’incontro con Ingrid Bergman, che cambia sia la sua vita privata che le sue scelte artistiche. I due si conoscono grazie ad una lettera indirizzata a lui dalla Bergman in qualità di ammiratrice, si innamorano e si sposano nel 1950. L’attrice reciterà per lui in “Stromboli, terra di Dio” (1949), “Europa ’51” (1951), “Viaggio in Italia” (1953) e “Giovanna d’Arco al Rogo” (1954), in cui il regista pone l’accento sulla psicologia dei personaggi. La coppia ha tre figli, Roberto e le gemelle Isotta e Isabella, quest’ultima divenuta modella e apprezzata attrice. La coppia divorzia nel 1957 quando il regista ha una relazione con una sceneggiatrice indiana dalla quale nasce la figlia Raffaella. Nel 1959 vince il Leone d’Oro a Venezia per “Il generale Della Rovere”. Negli anni Sessanta ritorna allo stile documentaristico con opere come “La presa del potere da parte di Luigi XIV” e “Socrate” (1970). Nell’ultimo periodo della sua carriera si dedica principalmente a produzioni televisive, come “Blaise Pascal” (1971). Muore nel 1977 a Parigi per infarto.

(Biografia tratta da comingsoon.it)

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