Maltempo: c’è allerta piene in Emilia Romagna, il fiume Secchia osservato speciale

Restera’ attiva fino alla mezzanotte di oggi l’allerta meteo in Emilia-Romagna per le piene dei fiumi su tutto il territorio regionale, in particolare nel Modenese e nel Reggiano dove il Secchia e il Panaro restano sorvegliati speciali. Nella serata di ieri e’ stata riaperta in provincia di Modena la strada Curtatona, riaperti anche il ponte di Navicello vecchio e quello di San Martino in Secchia mentre sono proseguite le chiusure di ponte Alto e ponte dell’Uccellino a scopo precauzionale. I rinforzi della Protezione Civile giunti da varie regioni italiane resteranno a disposizione fino alle mezzanotte di oggi. L’ultimo bollettino emesso sulla portata delle piene riporta un livello in decremento per il bacino dell’Enza che si e’ attestato a 8,45 metri, mentre per il Secchia si prevede un picco massimo di 10,15 metri in queste ore, il completo deflusso della piena si avra’ in mattinata. Dopo ore di intense piogge su tutto il territorio regionale, le previsioni indicano un miglioramento a partire da domani. In Romagna intanto la diga di Ridracoli continua la sua tracimazione, il livello dell’invaso si attesta a 557,38 metri sul livello del mare. “Le alluvioni sono sempre piu’ frequenti ed oltre a creare danni mettono a rischio la incolumita’ delle persone. Gli ‘interventi tampone’ che vengono continuamente approvati non sono sufficienti a porre fine all’emergenza“. Lo dice Marzio Pecci, capogruppo della Lega in consiglio provinciale a Rimini, che chiede alla regione Emilia-Romagna lo stanziamento di fondi per mettere in sicurezza la Valmarecchia, la Valventena e la Valconca dopo le recenti criticita’ derivate dal maltempo.

“Occorre inoltre che il presidente della provincia solleciti i sindaci alla pulizia dei fossi e degli scoli ed il consorzio di bonifica ad effettuare gli interventi che gli sono propri e cioe’ di bonificare il territorio di competenza sorvegliando con maggiore attenzione le attivita’ dei propri utenti. Il Consorzio di bonifica – prosegue Pecci – ha gravi responsabilita’ negli allagamenti del territorio e vi sono sufficienti motivi per ritenere che non svolga, diligentemente, la propria funzione. Se cosi’ fosse il tributo che i cittadini, ogni anno, sono chiamati a pagare risulterebbe inutile per cui fondata e motivata sarebbe la chiusura di un ente, nato nel 1904, che serve piu’ allo stipendio del consiglio di amministrazione che alla tutela del territorio”.

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