Aumentano le aggressioni a medici e infermieri durante le operazioni di soccorso, otto casi al giorno. A Napoli spetta la maglia nera

Sono più di otto ogni giorno gli operatori sanitari dell’emergenza aggrediti in Italia durante le operazioni di soccorso. Si tratta di aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto Soccorso e nei presidi medici assistenziali sparsi per il Paese. A riferirlo è la Croce Rossa Italiana, sottolineando «un’urgenza che si sta trasformando in emergenza nazionale», che parla di «numeri in aumento rispetto agli anni scorsi». Nel 2018 – secondo i dati diffusi dalla Cri – sono stati registrati oltre 3.000 casi, a fronte di solo 1.200 denunce all’Inail. Le zone periferiche delle grandi città sono tra i luoghi dove si verificano maggiormente questi episodi. Tra le città, la maglia nera spetta a Napoli. I «ritardi delle ambulanze» e «l’inefficienza dei servizi di triage» sono le motivazioni principali addotte dagli aggressori. 

Sul fenomeno delle aggressioni agli operatori delle ambulanze e dei danneggiamenti ai mezzi stessi non esistono statistiche esatte: per questo la Cri ha deciso di istituire un apposito Osservatorio, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione «Non sono un bersaglio», presentata oggi con un convegno internazionale a Roma. L’iniziativa prevede anche la diffusione di una serie di vademecum per gli operatori da diffondere all’interno dei Pronto Soccorso degli ospedali.

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