Ricorrono oggi i cento anni dalla nascita di Charles Bronson. Nella lunga carriera, iniziata nei primi anni cinquanta, ha interpretato spesso il prototipo del “duro”. E’ stato protagonista di film divenuti dei classici, spesso di genere western e bellico

Ricorrono oggi i cento anni dalla nascita di Charles Bronson. Nella lunga carriera, iniziata nei primi anni cinquanta, ha interpretato spesso il prototipo del “duro”, grazie ai tratti particolari del volto, con “occhi azzurri e miti in netto contrasto con l’atteggiamento freddo e burbero“. Nel corso degli anni è stato protagonista di film divenuti dei classici, spesso di genere western e bellico, quali I magnifici sette (1960), Il leggendario X-15 (1961) La grande fuga (1963), Quella sporca dozzina (1967) e C’era una volta il West (1968). Nel 1972 viene chiamato dal regista Terence Young per il film Sole rosso con Alain Delon, Toshiro Mifune, Ursula Andress. Ha legato il suo volto per un ventennio anche al personaggio del giustiziere urbano Paul Kersey nella popolare serie Il giustiziere della notte, dal 1974 al 1994. Tra gli attori di Hollywood è riconosciuto come uno dei più grandi interpreti del genere d’azione. Recitò anche in teatro e in televisione. Di umili origini, nacque Charles Dennis Buchinskas (alcune fonti annotano che il suo vero nome fosse Karolis Bučinskis, mentre altre Casimir Businskis a Ehrenfeld, in Pennsylvania.

Era undicesimo di quindici figli, metà dei quali morti in tenerissima età. Suo padre era un immigrato lituano di etnia tatara, originario della città di Druskininkai ed anche la madre; i genitori si erano trasferiti negli Stati Uniti dalla Lituania. Egli fu il primo membro della sua famiglia a terminare la scuola media. Da bambino Bronson non parlava inglese, ma lo imparò come lingua straniera. Il padre morì a causa del lavoro in miniera quando Charles aveva dieci anni e per questo fu costretto a lavorare in una miniera di carbone. Guadagnava pochissimo per quantità di carbone estratto, sino a quando si arruolò per il servizio militare durante la seconda guerra mondiale. La famiglia era tanto povera che fu costretto a indossare i vestiti della sorella per andare a scuola, poiché non aveva altri indumenti. Dopo essersi diplomato al liceo con grandi sacrifici e aver svolto svariati lavori (spazzino, manovale, cameriere), si arruolò nell’esercito: combatté nella seconda guerra mondiale e al ritorno si dedicò con impegno agli studi di arte drammatica a Filadelfia, recitando in una compagnia teatrale. Nel cinema ricoprì prevalentemente ruoli secondari: ebbe una parte nel film La maschera di cera (1953) con Vincent Price. Fu tuttavia aiutato dal fisico prestante in ruoli in cui era necessario recitare a torso nudo.

Carriera cinematografica

Il primo ruolo fu un marinaio polacco nel film Il comandante Johnny (1951). Fece anche molte apparizioni televisive tra gli anni cinquanta e sessanta. Diventò una star negli anni sessanta, interpretando il ruolo del cowboy irlandese Bernardo O’Reilly ne I magnifici sette (1960), il tenente colonnello Lee Brandon in Il leggendario X-15 (1961) e, successivamente, il tenente d’aviazione Danny Velinsky, “il re del tunnel”, ne La grande fuga (1963), entrambi diretti da John Sturges, che in un ruolo minore lo aveva notato in un altro suo film, Sacro e profano (1959). Con Sturges, Bronson si trovò la strada spianata e cominciò ad alternare pellicole di diverso genere: nel 1967 fu in Quella sporca dozzina di Robert Aldrich; l’anno dopo, fu il mezzosangue Teclo nel western francese I cannoni di San Sebastian (1968) di Henri Verneuil e contemporaneamente collaborò con il regista Jean Vautrin per il suo primo film, affiancando Alain Delon nel thriller-drammatico Due sporche carogne – Tecnica di una rapina (1968). Nello stesso anno, col film di Sergio Leone C’era una volta il West divenne famoso in tutta Europa: Leone gli aveva già proposto altre parti nei tre kolossal western precedenti, che l’attore aveva rifiutato non conoscendo le qualità del regista italiano e giudicando i copioni deboli e poco interessanti. Nel 1971 vinse il premio speciale del Golden Globe, l’Henrietta Award, e nello stesso anno fu diretto da Terence Young nel western Sole rosso, con Alain Delon, Toshirō Mifune e Ursula Andress, mentre dal 1974 al 1994 fu protagonista nella saga di cinque pellicole de Il giustiziere della notte. La sua salute andò peggiorando negli anni ed egli si ritirò nel 1998.

VITA PRIVATA: Si sposò tre volte: la prima nel 1949 con Harriet Tendler, dalla quale ebbe due figli (Suzanne e Tony) e dalla quale divorziò dopo diciotto anni. La seconda fu l’attrice Jill Ireland nel 1968: ebbero una figlia, Zuleika, e adottarono anche un’altra bambina, figlia di un’amica di Jill, Katarina. Jill fu il suo grande amore; Charles le fu vicino nella malattia che durò sei anni, fino alla morte dell’attrice nel 1990. Bronson si sposò una terza volta nel 1998 con Kim Weeks. Charles Bronson morì di polmonite il 30 agosto 2003 al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, dove era ricoverato da un mese. Nell’agosto 1998 aveva subito un intervento di protesi d’anca e la sua salute aveva iniziato a peggiorare. Nell’ultimo periodo gli erano stati diagnosticati anche la malattia di Alzheimer ed un carcinoma del polmone [15]. È sepolto a Brownsville, nel Vermont, vicino alla sua casa a West Windsor.

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