Carceri: il sindacato della Polizia Penitenziaria Osapp, “occorrono pene più dure ma ancora si trovano telefoni in cella”. Un minore sorpreso ad Airola (Benevento). “Il sistema è in ginocchio”

Ancora microtelefoni nei penitenziari nonostante le pene più severe: nell’istituto per minorenni di Airola, in provincia di Benevento, la scorsa notte un detenuto è stato sorpreso dagli agenti della Polizia Penitenziaria mentre stava telefonando. Lo rende noto il sindacato Osapp. Gli agenti hanno sequestrato il microcellulare e informato l’autorità giudiziaria.
Per i segretari regionali Osapp Campania Palmieri e Castaldo “il problema è complesso e diffuso in tutti gli istituti campani, e la tecnologia messa a disposizione della criminalità ha facilitato stratagemmi per l’introduzione di questi micro smartphone e non solo, anche con l’utilizzo di droni”.
“La ministra Cartabia – chiedono i due sindacalisti – con l’ausilio della Politica dovrebbe mettere in campo riforme che trovino equilibrio tra la regola e il buon senso, tenendo conto del mandato istituzionale del Corpo di Polizia Penitenziaria”.
Per il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, “la Polizia Penitenziaria, costretta a operare nelle condizioni attuali, non può rendere ciò che è previsto sulla carta, ma nonostante tutto, con forte senso del dovere e spirito di sacrificio, si adopera nell’interesse collettivo per la sicurezza di quella società che vorrebbe altre carceri. Il plauso va, come sempre, a tutto quel personale di Polizia Penitenziaria che ogni giorno combatte in un sistema penitenziario messo in ginocchio dai tanti tagli”.

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