Coronavirus: coperti virus simili al Sars-Cov-2 nei pipistrelli in Laos

I ricercatori dell’Istituto Pasteur hanno identificato virus simili al SARS-CoV-2 nei pipistrelli, nel nord del Laos, in grado di infettare l’uomo. Si tratta di una scoperta che potrebbe rappresentare una “grande svolta” nella ricerca delle origini del Covid-19, è stato spiegato. Le conclusioni di questo lavoro devono ancora essere oggetto di una revisione in vista della pubblicazione su una rivista scientifica. Per comprendere meglio l’evoluzione della SARS-CoV-2 e le sue origini, oggetto da mesi di intense speculazioni, i ricercatori dell’Istituto Pasteur di Parigi, dell’Istituto Pasteur del Laos e dell’Università Nazionale del Laos hanno effettuato una missione sul campo nel Nord di questo paese, esaminando diverse specie di pipistrelli che vivono nelle grotte calcaree. “L’idea iniziale era quella di cercare di identificare l’origine di questa epidemia”, ha spiegato all’Afp Marc Eloit, responsabile del laboratorio “scoperta di agenti patogeni” presso l’Istituto Pasteur di Parigi, le cui équipe hanno analizzato i vari campioni raccolti. “Per vari motivi, si sospetta che alcuni pipistrelli insettivori possano essere il serbatoio del virus”.

I campioni sono stati prelevati in un’area che fa parte di un immenso rilievo carsico, formazioni geologiche costituite principalmente da calcare, che si trova anche nel nord del Vietnam e nel sud della Cina. “Il Laos condivide questo territorio comune con la Cina meridionale, pieno di cavità dove vivono i pipistrelli, da qui l’idea di andarci”, ha commentato Marc Eloit. I ricercatori hanno concluso che le sequenze virali riscontrate nei pipistrelli sono pressoché identiche a quelle del SARS-CoV-2. Inoltre è stato possibile dimostrare la loro capacità di consentire ai virus di entrare nelle cellule umane. Tuttavia, i virus studiati mancavano di una funzione che attiva la cosiddetta proteina Spike permettendo al virus di entrare meglio nelle cellule umane e la cui esistenza condiziona il potere patogeno del virus, che invece è presente in SARS-CoV-2.  Diverse ipotesi potrebbero spiegare questo anello mancante, ha spiegato Marc Eloit. “Forse un virus non patogeno è circolato per la prima volta nell’uomo prima di mutare”, ha sottolineato, ad esempio. “O un virus molto vicino ai virus identificati ha questa funzione, ma non l’abbiamo ancora trovato”. Ancora senza risposta rimane, tuttavia, la domanda su come il virus sia arrivato a Wuhan, in Cina, noto punto di partenza della pandemia che si trova a circa 2.000 km di distanza. Ad ogni modo, questo studio “è un importante passo avanti nell’identificazione dell’origine di SARS-CoV-2”, ha insistito Marc Eloit. In particolare, la conclusione principale sarebbe che esistono virus molto simili al SARS-CoV-2 nei pipistrelli in grado di infettare gli esseri umani senza un animale intermedio, come il pangolino.

 

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