Ricorrono oggi i 106 anni dalla nascita di Mario Carotenuto, attore che ha interpretato oltre un centinaio di film del genere noto come commedia all’italiana

Ricorrono oggi i 106 anni dalla nascita di Mario Carotenuto, attore che ha interpretato oltre un centinaio di film del genere noto come commedia all’italiana. Saltuariamente attivo nel doppiaggio, ha prestato la propria voce a Mario Conocchia in  di Federico Fellini. Figlio di Nello Carotenuto, attore del cinema muto, condivise con il fratello maggiore Memmo, anch’egli attore, un’adolescenza turbolenta che gli valse anche tre anni di riformatorio (trascorsi in parte a Cairo Montenotte). Nel 1953 sposò l’attrice e ballerina Luisa Poselli dalla quale l’anno successivo ebbe una figlia, Claretta, attrice e regista, così chiamata probabilmente in ricordo di Claretta Petacci: Mario in gioventù aderì alle Waffen SS italiane. La separazione dalla moglie avvenne nel 1964, e i due divorziarono nel 1974. Il suo debutto sul palcoscenico avvenne a soli otto anni, al Teatro Costanzi di Roma, ma successivamente, ancora bambino, avrebbe svolto mestieri che con lo spettacolo avevano poco a che fare. Solo nella seconda metà degli anni quaranta iniziò la carriera di attore alla radio. Durante la seconda guerra mondiale Carotenuto entrò a far parte della compagnia teatrale dipendente dal reparto propaganda della 29. Waffen-Grenadier-Division der SS (italienische Nr. 1) . Si dedicò quindi anche al teatro di rivista e nel 1953 era a capo di una sua compagnia. Di rilievo la sua interpretazione del ruolo di Peachum ne L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht, diretta da Giorgio Strehler, che gli valse il Premio San Genesio nel 1956 quale miglior caratterizzazione maschile. Negli anni seguirono ruoli in rappresentazioni di Shakespeare, Pirandello e Molière. Sono inoltre da notare partecipazioni importanti nelle commedie musicali di Garinei e Giovannini dagli anni ’50 agli anni ’80.

Carriera cinematografica

Esordì come attore di cinema nel 1949 nel film Maracatumba… ma non è una rumba – con Renato Rascel – tratto da un varietà teatrale di grande successo. Conteso dai maggiori produttori e registi diede vita per più di cento film a un numero notevole di personaggi con caratterizzazioni memorabili, spaziando dalla commedia all’italiana e i film d’autore alla commedia sexy e i musicarelli. Alberto Lattuada gli affidò la parte del commendatore Albertocchi in La spiaggia nel 1954; Dino Risi lo diresse in Pane, amore e… nel 1955, nel quale interpretava il parroco don Matteo Carotenuto, fratello dell’ex maresciallo dei carabinieri (Vittorio De Sica). Con Risi recitò anche in Poveri ma belli (1956) e Il mattatore (1959). In quegli anni Mario Carotenuto si ritrovava a lavorare al fianco dei più grandi comici dell’epoca come Totò (Totò, Eva e il pennello proibito di Steno, 1959) o Alberto Sordi (Un eroe dei nostri tempi di Mario Monicelli 1955, Ladro lui, ladra lei di Luigi Zampa, 1958). In alcune pellicole fu anche protagonista, come l’ex ladro di Colpo gobbo all’italiana Nando Paciocchi che aiuta un metronotte romano a recuperare il bottino di una rapina nella banca da lui sorvegliata (film del 1962 diretto da Lucio Fulci nato da un’idea originale dello stesso Carotenuto). Dagli anni Sessanta fino al crepuscolo della commedia all’italiana, si dedicò a decine di pellicole comiche come caratterista, spesso in film leggeri, farse, parodie o musicarelli, consacrandosi come uno degli attori italiani più noti, ma non rinunciò all’interpretazione di ruoli di maggior spessore come ne Lo scopone scientifico, di Luigi Comencini, per il quale meritò il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista nel 1972. Nel 1974 partecipò al film La poliziotta con Mariangela Melato. Nel 1977 affiancò Monica Vitti in L’altra metà del cielo. Attore sia comico sia drammatico, diede vita a personaggi spesso intrallazzatori, piacioni, inappuntabilmente vestiti in giacca e cravatta, interpretati aggiungendo molteplici sfaccettature, risaltandone i caratteri tendenti al malaffare: i vizi degli “italiani brava gente”. Pur non avendo bisogno di essere doppiato, Mario Carotenuto ha avuto comunque voce altrui almeno in un film, Capitan Fantasma: a prestargliela è stato il suo collega Luigi Pavese.

La morte

Morì all’Aurelia Hospital di Roma il 14 aprile 1995 a causa di un cancro; i funerali si sono celebrati il 18 aprile nella Basilica di Santa Maria del Popolo al quale furono presenti tantissimi volti del cinema e dello spettacolo. Dopo la cerimonia funebre la salma è stata trasferita nel Cimitero comunale di Grottammare, la cittadina marchigiana di cui è originaria Gabriella Cottignoli, la seconda moglie dell’attore.

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