Il 9 giugno del 1999 se ne andava Ernesto Calindri, annoverato fra i grandi, indimenticabili attori del teatro italiano. Divenne noto anche in Tv con la pubblicità
Il 9 giugno del 1999 se ne andava Ernesto Calindri, annoverato fra i grandi, indimenticabili attori del teatro italiano. Di origine toscana (Certaldo è parte della città metropolitana di Firenze), è figlio d’arte: entrambi i genitori, Manlio Calindri ed Egloge Felletti, erano attori, come pure la sorella Dora. Pur avendo iniziato a studiare ingegneria, fa il suo esordio non ancora ventenne quasi per caso nel 1928-29 nella compagnia di Luigi Carini, mettendosi subito in luce grazie alla figura slanciata ed all’impeccabile dizione, che gli conferiscono una rilevante presenza sulla scena. Nell’estate del 1937 viene chiamato da Renato Simoni a Venezia per sostenere la parte di Florindo ne Il bugiardo di Carlo Goldoni e da quel momento ha inizio la sua brillante carriera, in ruoli di primo piano e in un repertorio quanto mai vario, accanto a nomi importanti come quelli di Sergio Tofano, Luigi Cimara, Antonio Gandusio, Emma Gramatica, Laura Adani e Evi Maltagliati. Nel 1939 sposa l’attrice Roberta Mari, apparsa spesso in scena con lui. Ha avuto quattro figli, tra cui l’attore e doppiatore Gabriele Calindri. Ernesto Calindri approda al cinema nel 1935 con una parte nel film La sposa dei Re di Duilio Coletti. Per lo più ottiene parti di comprimario nei tipici film dell’epoca cosiddetta dei telefoni bianchi. Forse la sua interpretazione più degna di nota di questo periodo è nel film I bambini ci guardano, diretto nel 1943 da Vittorio De Sica.
Il successo in teatro e in televisione
Gli ultimi spettacoli
Negli anni settanta ed ottanta, pur essendo ormai popolarissimo come personaggio televisivo, Ernesto Calindri non smette di calcare le tavole del palcoscenico. Alla sua attività di infaticabile interprete, il cui repertorio spazia da Feydeau a Rattigan, da Ionesco a Pirandello, alterna quella di insegnante di teatro che dal 1975 esercita per un decennio presso l’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Interpreta inoltre un generale in pensione nello spettacolo televisivo Villa Arzilla. Nell’estate del 1990 il produttore Natale Barbone lo chiama per interpretare con Lauretta Masiero lo spettacolo Casina di Tito Maccio Plauto, per la regia di Mario Morini. L’avanzare dell’età non sembra intaccare minimamente l’energia e la brillantezza di Calindri che anzi, ad ottant’anni suonati, sorprende tutti interpretando in teatro la commedia musicale Gigi di Colette, dove si esibisce addirittura come cantante e ballerino. Muore nel sonno a 90 anni all’Istituto dei Tumori di Milano la notte del 9 giugno 1999, il giorno dopo la morte di Corrado. Solo poche ore prima aveva cenato con gli attori della sua compagnia teatrale con la quale aveva da poco tempo iniziato a rappresentare Il borghese gentiluomo di Molière. Dopo una prima tumulazione nel cimitero di Lambrate, il sindaco di Certaldo Rosalba Spini ha voluto che Ernesto Calindri riposasse nel suo paese natale, e nel 2000 fu tumulato nel cimitero comunale del paese toscano. In suo nome è stata creata una fondazione che organizza un concorso per giovani autori europei di teatro. Inoltre il suo paese natale, Certaldo, ha intitolato a suo nome un premio teatrale.