Auditel: con pandemia boom digitalizzazione ma 3,5 mln famiglie senza rete. Cresce il fenomeno della “Tv fuori dal televisore”

Il 2020 sarà ricordato come l`anno in cui la popolazione italiana, segregata dal Covid 19, ha giocoforza compiuto un gigantesco balzo sul fronte della digitalizzazione. Si è dotata, infatti, di nuovi collegamenti internet e di nuovi device; ha imparato velocemente a governarli; ha avviato una fruizione più consapevole dei contenuti multimediali. E’ quanto emerso dalla relazione annuale Auditel, illustrata dal presidente Andrea Imperiali. Con l`utilizzo di Smart TV, personal computer e smartphone, si è “notevolmente incrementato la visione della cosiddetta ‘TV fuori dal televisore’, fenomeno inarrestabile e in forte crescita, che Auditel ha potuto intercettare grazie alla rilevazione dei consumi televisivi sui device digitali avviata ormai 20 mesi fa. È il ‘new normal’ digitale delle famiglie italiane”. In questo nuovo e intrigante paesaggio, c`è, però, “una inquietante zona d`ombra: 3,5 milioni di famiglie italiane ancora non dispongono di una connessione alla rete; famiglie che rischiano, nel nuovo contesto, di essere totalmente emarginate dalle dinamiche sociali in atto.Una realtà inaccettabile sulla quale è urgente intervenire”.

Sul fronte del mercato televisivo globale, si legge ancora nella Relazione, grazie alle nuove tecnologie di accesso e dalla crescita esponenziale degli schermi si è assistito a una concentrazione crescente, con l’irrompere di soggetti con dimensioni di scala globali (gli OTT, Over the Top) e che sfuggono a ogni forma di regolamentazione e controllo. Si registrano anche alleanze trasversali e un aumento della pressione competiviva sugli operatori tradizionali in quella che appare come una grande corsa mondiale al “nuovo oro televisivo”. Contestualmente, si registra un grande cambiamento sul fronte dei consumi tv, con nuovi fruitori (Millennials e Generazione Z), nuovi comportamenti di fruizione, nuove abitudini di visione. In sostanza, la combinazione di questi fattori sta radicalmente ridisegnando l’industria televisiva, ma, ha avvertito il presidente di Auditel, “non si tratta di un ‘level playing field’. Non stiamo assistendo, cioè, a una normale e normata competizione. Semmai, vediamo consolidarsi, giorno dopo giorno, condizioni di concorrenza asimmetriche e sempre meno eque ed uniformi. Accresciute da uno squilibrio crescente tra la dimensione globale e quella locale degli operatori europei. Non è esagerato dire, perciò, che, se non interverranno correttivi quanto mai urgenti, la cosiddetta democrazia digitale rischia di essere inghiottita da una oligarchia dispotica”. Imperiali, perciò, ha voluto ricordare che “le Istituzioni e le Autorità di regolazione hanno un ruolo più che mai fondamentale in questo rivoluzionato contesto. Soprattutto alla luce della stagione costituente che, negli ultimi mesi, sta caratterizzando le decisioni europee finalizzate a ricondurre le nuove tecnologie e i fenomeni che ne derivano all’interno di un sistema normativo condiviso”. “La Tv – ha concludo Imperiali – ha oggi più che mai un ruolo centrale nella vita del Paese. Un ruolo accresciuto dall`allargamento dei suoi confini. Non prenderne atto e non intervenire significa mettere a repentaglio un pezzo fondamentale della nostra vita democratica”.

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