Covid, Locatelli: aumento dei tentativi di suicidio in adolescenti e atti di autolesionismo

“Alcuni autorevoli neuropsichiatri infantili hanno riferito di un incremento, in Italia, di accessi nei Pronto soccorso di adolescenti che hanno compiuto atti suicidari, fortunatamente quasi sempre non andati a buon fine e atti di autolesionismo”. Lo ha riferito Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, in audizione di fronte alle commissioni riunite del Senato, Istruzione pubblica, beni culturali e Igiene e Sanità, sull’impatto della didattica digitale integrata sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti. “Nella letteratura medica – ha detto – ci sono tutta una serie di studi che sono un po’ divergenti in funzione del contesto sociale. Ad esempio negli Stati Uniti l’incremento di atti di autolesionismo e suicidi non è stato confermato mentre è stato confermato un incremento del tasso di ideazione suicidaria comparato ai mesi dell’anno precedente”. “Lo stress – ha spiegato il professore – influisce considerevolmente sull’asse ipotalamo-ipofisi e sul sistema limbico influenzando non solo il comportamento e la salute mentale ma anche attivando meccanismi che inducano una immediata soddisfazione personale di quelli che possiamo definire i bisogni primari e nei paesi occidentali l’isolamento sociale e lo stress oltre che l’interruzione della didattica in presenza possono ad esempio orientare a cibi palatabili che soddisfano il bambino e l’adolescente emozionalmente. Tutto questo nel tempo potrebbe contribuire allo sviluppo di obesità sia a breve che a lungo termine. L’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisario e del sistema limbico come conseguenza dello stress potrebbe anche potenzialmente implementare l’abuso di sostanze”.

Per la popolazione in età pediatrica lo stress e la depressione causati dalla pandemia possonoi essere più pericolosi del virus stesso. Lo ha sottolineato il presidente del Consisglio Superiore di Sanità e componente del Comitato Tecnico Scientifico, Franco Locatelli, in audizione in commissine Igiene e Sanità al Senato sull’impatto della didattica a distanza sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico dei pazienti.
“Nella popolazione pediatrica – ha ricordato il professore – l’impatto del virus è stato molto molto più contenuto: a mia informazione nell’ultima valutazione c’erano 19 pazienti sotto i 18 anni che hanno perso la vita per l’infezione da sars-cov-2 e spesso in questi soggetti c’era una patologia concomitante che ne determinava uno status l’estrema fragilità. Ma se da un lato bambini e adolescenti sono protetti dallo sviluppo di forme severe di covid-19 dall’altro possono essere sovraesposti a fattori di stress psicosociale generati dalla pandemia. In particolare le misure di contenimento atte a limitare la diffusione del virus hanno determinato una marcata interruzione della loro routine quotidiana. A ciò si è sommata la loro ancora non strutturata capacità di concepire e comprendere le conseguenze a breve e lungo termine di questa pandemia, almeno per quel che riguarda l’età squisitamente pediatrica è in particolare età scoare fino a 10-12 anni”.
“Il sistema nervoso centrale oltre che la strutturazione psicologica di un soggetto sono in continuo divenire in continua formazione – ha sottolineato Locatelli – è quindi evidente che tutto questo ha due valenze: da un lato, una suscettibilità particolare per quelli che sono eventi stressogeni e dall’altro fortunatamente una sorta di capacità di resilienza che potrebbe conferire un vantaggio una volta superata la contingenza pandemica in quelli che possono essere gli effetti collegati”.

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