Morte Cutolo, esposto dell’avvocato in Procura sull’organizzazione dei funerali: “Violati i diritti della moglie e della figlia”

Un esposto denuncia alla procura di Parma per far luce sull’organizzazione e la gestione dei funerali “blindati” di Raffaele Cutolo, il boss della Nuova Camorra Organizzata morto in carcere il 17 febbraio scorso. E’ l’iniziativa giudiziaria annunciata dall’avvocato Gaetano Aufiero, storico legale di Cutolo e della sua famiglia, a “Crimini e Criminologia”, trasmissione in onda su Cusano Italia TV. “Sto per presentare un esposto-denuncia al Procuratore della Repubblica di Parma, firmato dalla moglie di Raffaele Cutolo, Immacolata Iacone, affinché la Procura di Parma valuti se, come io credo, sono stati consumati dei reati nella gestione della vicenda successiva alla morte di Cutolo“, spiega il legale che osserva: “Basti pensare che due giorni dopo la morte di Cutolo, un magistrato di Parma che ha disposto l’autopsia sul corpo dell’ex boss, ha individuato i criteri per consentire alla moglie di Cutolo e alla figlia 13enne Denise di porgere l’estremo saluto al congiunto. Disponendo che le due donne non si avvicinassero alla salma, non potessero porre sul feretro alcun oggetto: non un fiore, non una corona, non un’immagine sacra. Inoltre, che la visita fosse a distanza e alla presenza di più operatori delle forze dell’ordine come se le due donne rappresentassero chissà quale pericolo. A mio giudizio, tutto questo, umanamente, non è stato giusto.

Comunque, se tutto questo è legittimo o meno, lo stabilirà l’autorità giudiziaria dopo l’esposto della famiglia Cutolo“. Secondo l’avvocato Aufiero, infatti, “la visita di moglie e figlia al defunto è durata solo 5 minuti. Anche la legittimità di questo aspetto sarà verificata dall’autorità giudiziaria competente. Trovo tutto ciò abnorme e irragionevole”. Critiche anche “sulle eccezionali misure disposte per tumulare il corpo di Cutolo. Un corteo di auto di Polizia e Carabinieri partito da Parma per raggiungere in piena notte il cimitero di Ottaviano sotto il Vesuvio. Circa 200 uomini impegnati per 700 chilometri: una vera e propria scorta. Senza dimenticare la velocissima sepoltura durata pochi minuti alla presenza di una decina di persone vicine alla famiglia”. Infine un riflessione sul regime del 41 bis: “Negli ultimi anni ho fatto di tutto per togliere Raffaele Cutolo dal regime 41 bis di carcere duro, mentre negli ultimi mesi ho fatto di tutto per ottenere la sospensione esecuzione pena visto che le sue condizioni di salute erano gravissime sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista mentale. Pesava 40 chili ed era praticamente cieco. Ma sono stati tentativi vani, quasi inutili per il muro che ho trovato da parte delle autorità competenti”. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.