Trapianti: aumentano le donazioni ma occorre fare di più. La testimonianza di Andrea Petraio, il dottore del cuore artificiale

Di Mauro Mantegazza   –   I dati delle donazioni e dei trapianti di organi in Italia  evidenziano un aumento dei numeri. Nel 2019 sono stati effettuati 3.813 trapianti (+2,4% rispetto al 2018) di cui 245 di cuore (+5,2%). Si tratta sicuramente di un trend positivo ma occorre insistere e fare sempre di più. Spingere sulla donazione degli organi, sull’efficienza del sistema, dalla trapiantologia all’assistenza completa e continua. Sul fronte della sensibilizzazione, in campo tra i malati, tra i medici in prima linea in Campania c’è il dott. Andrea Petraio (nella foto), responsabile del Reparto di Assistenza meccanica al circolo e dei trapianti nei pazienti adolescenti presso l’Ospedale Monaldi di Napoli, un centro di comprovata eccellenza nel campo della cardiologia e non solo. Ascoltando e leggendo le tantissime testimonianze, Petraio è oggi un vero e proprio punto di riferimento per molti pazienti adolescenti e per le loro famiglie, perchè si occupa principalmente di “accompagnarli” nel miglior modo possibile, verso la speranza, verso la luce in fondo ad un tunnel. Quel reparto, infatti, è particolare: diventa una casa dove i pazienti che non possono più far affidamento al proprio cuore, restano in attesa di una chiamata, quella buona, per un nuovo cuore che potrebbe riportarli alla vita normale. Nel frattempo, grazie alle speciali macchine presenti in reparto, il cosiddetto “cuore artificiale” consente loro di poter garantire un determinato tempo di attesa, con la speranza che non si superi quel limite massimo consentito dalla scienza. E così, lavorare in quel reparto non significa essere solamente un tecnico, ma occorre infondere in quella professionalità di alta competenza, un mare di umanità e di calore. E Petraio lo dimostra ormai da anni, affiancato da un formidabile team di personale medico e paramedico; ne sono testimoni le famiglie di tutti i bambini e ragazzi che hanno avuto, nella loro sfortuna, la fortuna di incontrarlo. Lui è prima di tutto un amico, leale, che non dona certo false speranze, ma è quell’amico sincero pronto ad esserci in ogni istante, infaticabile. Un amico che organizza anche eventi, feste, incontri, sia per donare quel briciolo di normalità a chi soffre, sia cogliendo l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della donazione, talvolta riuscendo a coinvolgere personaggi pubblici, come attori, calciatori  e cantanti. Al suo fianco la forza inesauribile e determinata dell’associazione “Donare è Vita“, altro grande motore di lotta e di speranza; quante battaglie per affermare il diritto del malato e per diffondere ovunque il messaggio sull’importanza della donazione. Ebbene, Napoli ha tante eccellenze delle quali non sempre si parla; questa realtà nel capo sanitario è una di quelle eccellenze di cui bisognerebbe sempre parlare e sostenere.

Entrare nel Reparto del dottor Petraio è come entrare in un grande acquario, perchè anche l’ambiente è stato studiato e realizzato con la cura dei particolari estetici; grazie all’intervento di “Ospedali Dipinti” di Silvio Irilli, le mura, le porte e le finestre (nella foto) sono stati pitturati e mimetizzati in un fantastico ambiente marino. Perchè proprio il mare? perchè la maggior parte dei pazienti che entrano in un reparto come questo, consapevoli di dover restare a volte anche mesi, come primo desiderio esprimono la voglia di voler rivedere il mare…e il mare è stato portato qui, nel miglior modo che era possibile. Un modo che contribuisce ad alleviare quell’attesa, quella speranza. Per accorciare questo tempo e per consentire a tante famiglie di tornare a vivere serenamente, c’è bisogno di tanta solidarietà, ma soprattutto di un piccolo grande gesto: la donazione. Andrea non smette di scrivere e non si stanca mai di parlarne, di sostenerla, di farci capire quanto questo gesto sia tutto, sia amore e speranza, sia immensa gioia nel sofferto dolore.

Non si riesce a descrivere, infatti, quanta sofferenza, quanto strazio e quanto sacrificio possa provare una famiglia che improvvisamente si vede crollare il mondo addosso, spesso da un  giorno all’altro, ritrovandosi a vivere in un incubo, con il proprio figlio o la propria figlia costretta a interrompere i propri sogni. Quasi come ad iniziare una vita parallela, si avvia un percorso angosciante fatto di visite, di ricoveri, e talvolta del ricorso a un defibrillatore impiantabile o portatile. Molte volte si giunge all’ultima spiaggia, attaccandosi ad un cuore artificiale in ospedale e alla speranza, in lista per il trapianto, contando i giorni e le ore.

Petraio ha sognato sin da piccolo di diventare un dottore, e durante gli studi è  rimasto affascinato proprio dal cuore, quel misterioso organo che animato di vita propria, con i suoi impulsi elettrici dona la vita a tutto l’essere umano. Oggi 42enne, non ha mai avuto uno studio privato, perchè questo sottrarrebbe tempo prezioso alla sua presenza costante in ospedale, dal quale abita a poca distanza, affinché ogni istante necessario possa essere presente al fianco dei suoi piccoli “amici-pazienti”, soprattutto quando arriva la fatidica chiamata, quella che se da un lato rappresenta il drammatico spegnimento di una vita, dall’altro può regalare una rinascita, determinata da un atto di grande amore, di solidarietà e altruismo incondizionato, di pura emozione… un gesto che dona la vita.

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