Scuola: dalla mascherine in classe agli scuolabus: tutti i nodi da sciogliere. Cisl scuola, “su protocollo sicurezza da Ministero nessuna risposta”

Dopo il vertice tra governo e Regioni per decidere sulle misure di sicurezza con cui far ripartire l’anno scolastico dopo lo stop per l’emergenza coronavirus, oggi si terrà una Conferenza delle Regioni per valutare il documento dell’Istituto Superiore di sanità con le indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia. Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha proposto ai presidenti di Regione e agli enti locali di adottare formalmente il documento Iss, con eventuali integrazioni o suggerimenti operativi per le attività delle Asl sui territori. Ma sono ancora molte le distanze. In particolare dai governatori è arrivato un deciso “no” alle mascherine in classe. Resta da sciogliere anche il nodo dei trasporti, in particolare sugli scuolabus, dove il distanziamento chiesto dal Comitato tecnico scientifico rischia di lasciare molti alunni a piedi. “Ad oggi non ci sono soluzioni sostenibili né per il trasporto pubblico locale, né per quello scolastico”, ha detto il governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.

I PRESIDI: “I ragazzi possano raggiungere le scuole e farlo in sicurezza”. Il presidente dell`ANP, l’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, esprime preoccupazione sulla mancata intesa sui trasporti tra ministri e Regioni: “E` assolutamente necessario fare in modo che i ragazzi possano raggiungere le scuole e possano farlo in sicurezza. Non possiamo rischiare che la ripresa della scuola, dopo tanta fatica e un immenso lavoro dei dirigenti e del è personale tutto, si areni ora sul problema trasporti che, lo ricordo, è noto da tempo”, dice in una nota. “Mi auguro che il Governo e le Regioni riescano a trovare in tempi brevi un accordo e un coordinamento su questo e sugli altri problemi ancora da risolvere”, conclude Giannelli.

Cisl scuola: su protocollo sicurezza da Ministero nessuna risposta – “Disarmante e preoccupante la prima riunione del Tavolo nazionale” Roma, 27 ago. (askanews) – “Quando si interpella il Ministero per comprendere quali soluzioni potranno essere dottate per le numerose questioni da affrontare in vista della riapertura delle scuole, si ha l`impressione di interrogare la Sibilla cumana. Talvolta si va addirittura oltre, perché non si compie neppure lo sforzo di offrire una parvenza di risposta, magari un po` ambigua ed interpretabile come nelle migliori tradizioni oracolari. Si decide piuttosto di non rispondere proprio, e nello stesso tempo di convocare gli interlocutori del tutto inutilmente, in totale assenza di indicazioni”. Così in una nota Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola. “È quanto è avvenuto durante il primo atteso incontro del Tavolo permanente convocato dal Dicastero dell`Istruzione nel pomeriggio di ieri, che ha visto la presenza del Direttore Generale per le risorse umane e finanziarie e del Direttore Generale del personale scolastico. Le numerose domande e le richieste di chiarimento sull`applicazione del Protocollo per l’avvio delle scuole in sicurezza sono rimaste ancora una volta senza risposta.  “Il Tavolo – ricorda – ha il compito di monitorare l`applicazione del Protocollo e le aspettative rispetto alla sua prioma convocazione erano altissime, ma l`atteggiamento dell`Amministrazione è stato tanto disarmante quanto preoccupante. Non una delle questioni sollevate dalle Organizzazioni sindacali ha trovato una risposta risolutiva, non una criticità è stata affrontata in modo esauriente. Sarebbe certo stato più opportuno e meno imbarazzante per tutti rinviare l`incontro, considerando anche l`assenza del Ministero della Salute e del Capo dipartimento dott.ssa Boda, per una sopraggiunta altra riunione”. “Anche alla richiesta di poter almeno accedere ai dati dei monitoraggi, per poter meglio comprendere e rispondere alle esigenze delle istituzioni scolastiche, è stato opposto un garbato ma netto rifiuto, chiamando in causa la necessità di non meglio precisate ‘valutazioni politiche’. L`unica informazione certa è che l`Help desk ha raccolto, sino ad ora, più di trecento domande. Domande destinate a rimanere, stando così le cose, senza alcuna risposta”, conclude Gissi.

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