Covid, Ippolito (“Spallanzani” di Roma): “Almeno 6 mesi per vaccino italiano”

La pandemia di Covid-19 rallenta? Se lancia messaggi come questo, “l’Organizzazione mondiale della sanità sembra veramente uno dei tanti ‘grilli parlanti’ che ogni giorno deve occupare più spazi e dare notizie. E’ evidente che noi non ci libereremo presto di questa infezione, ma se ogni giorno diciamo ‘è aumentata un po”, ‘è diminuita un po”, creiamo un senso di sconcerto”. Così Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani di Roma, intervistato ad ‘Agorà Estate’ su Rai3. “Mi permetta di essere un po’ polemico”, ha affermato suggerendo la lettura del libro del direttore della rivista ‘The Lancet’ Richard Horton, edito da Pensiero scientifico, di cui Ippolito ha scritto la prefazione. “Il virus non se n’è mai andato – sottolinea – Il virus circola in tutto il mondo e ci sono Paesi in cui ha livelli di infezione, di malattia, di aggressività e di morti ancora rilevanti”. “Ci vorranno 2 mesi per avere le prime informazioni sul vaccino italiano e 6 mesi per arrivare a regime. Prima di allora qualsiasi dichiarazione è assolutamente inutile. Bisogna studiare e non se non si fanno ricerche non si avranno risultati”, sositene poi Ippolito parlando della sperimentazione in corso allo Spallanzani del vaccino italiano anti Covid-19. “Vorrei dire che questa piccola azienda biotech romana che ha inventato il vaccino, ReiThera, ha fatto un grande lavoro – ha aggiunto – Anche noi potevamo arrivare a vaccinare 2 mesi prima, ma saltando quelle che sono le misure di sicurezza che l’Italia ha con l’Aifa e l’Iss. Alla fine di questi controlli sugli animali è stato possibile dare il via libera alla sperimentazione allo Spallanzani”. “Raccomando a tutti prudenza – ha ribadito l’esperto – Quella del vaccino è una scommessa che il mondo sta facendo”, perché “non c’è un solo vaccino. C’è un grande impegno e non solo la guerra tra Usa, Russia e Cina a chi arriva prima. Tanti scienziati al mondo stanno lavorando, ci sono 250 candidati vaccinali e 30 vaccini in fase più avanzata in 25 Paesi, e si stanno contendendo in questo momento la possibilità di arrivare nel minimo tempo al traguardo. Tutto questo – ha precisato Ippolito – senza saltare le varie fasi”.

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