Una percentuale molto importante dei nuovi casi di Covid in Italia – tra ol 30 e 40% sostiene Il Messaggero – fa riferimento all’arrivo di stranieri in Italia o comunque al contatto con viaggiatori i cui paesi di provenienza devono fare i conti con alti tassi di trasmissione epidemiologica da coronavirus. Il quotidiano d’informazione romano informa ancora che l’Italia sarebbe pronta alla proroga al divieto agli arrivi dall’estero per 16 Stati. Ai tredici Stati iniziali nella blacklist dell’accesso per Covid (Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana) si sono aggiunti negli ultimi giorni anche Kosovo, Macedonia e Serbia. La discriminante per la creazione della lista 16 paesi a cui l’Italia ha imposto il veto turistico sarebbe fondata sulla crescita della trasmissione interna del Covid o alla maggiore recrudescenza della pandemia in quei Paesi.

Proroga divieto arrivi dall’estero

Fino a questo momento la situazione è stata gestita senza allarmismi anche perché, a parte il divieto d’entrata a 16 Stati, il resto dei Paesi, anche extra Schengen, poteva fare ingresso nel Bel Paese rispettando semplicemente la quarantena.  Ma ora la dinamica dei nuovi focolai Covid sta diventando in alcuni casi incontrollata, e paradossalmente, non tanto per i casi dei migranti via mare, gestiti meglio dalle autorità una volta identificati. Il timore maggiore proviene da tutti i cittadini che fanno il loro ingresso in Italia da paesi in cui il virus circola senza freni, con mezzi di trasporto poco controllati, e senza conoscerne storia epidemiologica né contatti. Nuovi focolai stanno scoppiando in Spagna, Germania e Belgio, ma anche Romania, Bulgaria e Ucraina: il controllo a chi, originario di questi Paesi, fa ritorno in Italia dove studia, lavora e risiede, sta diventando più complesso del previsto.

L’arrivo incotrollato di stranieri, regolarmente residenti in Italia, dai Paesi di origine dove il virus risuta in netta crescita, potrebbe rappresentare un colpo mortale soprattutto per le regioni che stanno facendo registrare un incremento esponenziale del Covid sars. Parliamo di Lazio, Campania, Marche, Sicilia e Puglia, regioni in cui la presenza di cittadini dell’Est europeo è molto alta. La comunità rumena a Roma, per esempio, conta 180 mila unità e ieri 30 luglio, il paese centro orientale ha contato in un solo giorno +1300 contagi. 

Tante persone originarie del centro ed est Europa hanno fatto ritorno in Italia dopo le vacanze con pullman di linea, alcuni esteri, aspetto che non agevola un controllo a tappeto o comunque rigoroso. Per questo motivo l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, invita i cittadini rumeni, ucraini e bulgari a rivolgersi ai drive-in Asl per il Covid presenti a Roma ed effettuare i tamponi di rito: «Questa è una misura di potenziamento dei livelli di prevenzione assieme all’istituto della quarantena” – ha dichiarato D’Amato, concludendo: “L’abbiamo già sperimentata con altre comunità di stranieri presenti a Roma, ha dato buoni risultati».

(RASSEGNA STAMPA – FONTE: IL ROMA)