Maxi operazione contro la camorra, colpiti i clan Puca, Verde e Ranucci operanti a Sant’Antimo e comuni limitrofi, i carabinieri arrestano 59 persone tra cui tre fratelli del senatore Cesaro. Sequestrati beni per 80 milioni di euro

Condizionamento delle elezioni comunali del Comune di Sant’Antimo (Napoli), sciolto il 20 marzo scorso per infiltrazioni mafiose, del giugno 2017, attraverso “una capillare campagna di voto di scambio”: è quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla procura antimafia di Napoli e condotte dai carabinieri del Ros, che hanno portato all’esecuzione di 59 misure cautelari e al sequestro di beni per 80 milioni di euro. In tal senso è stata fatta luce su “un’incalzante opera di compravendita di preferenze, con una tariffa di 50 euro per ogni voto, a favore di candidati del centrodestra” che perse al ballottaggio dopo un primo turno favorevole. Secondo i magistrati il controllo del Comune di Sant’Antimo da parte della locale criminalità organizzata è “proseguito anche dopo le elezioni”, come documentato dallo sviluppo delle investigazioni. A seguito della mancata affermazione elettorale, la strategia criminosa è stata finalizzata da un lato a far decadere quanto prima la maggioranza consiliare e dall’altro a mantenere, malgrado una Amministrazione di diverso schieramento politico, il controllo sul locale Ufficio Tecnico attraverso la conferma nel ruolo di responsabile.

Le indagini hanno fatto luce su due attentati dinamitardi, del 20 novembre 2018 e del 4 dicembre 2018, indirizzati alle abitazioni di consiglieri comunali di maggioranza al fine di farli dimettere dalla loro carica e – informa una nota dell’Arma – così far venir meno il numero legale per il funzionamento del Consiglio e determinarne lo scioglimento. Inoltre, sono stati individuati gli autori di un terzo attentato esplosivo del 6 gennaio 2018 ai danni dell’abitazione dei familiari del collaboratore di giustizia Claudio Lamino. Svelato, inoltre, lo scopo e i mandanti di atti intimidatori condotti con la minaccia di armi nei confronti di alcuni funzionari del locale Ufficio Tecnico comunale per dissuaderli dall’accettare l’incarico di dirigente del Settore Urbanistica del Comune di Sant’Antimo; Infine, è stato permesso di ricostruire un collaudato sistema di illecita gestione dell’UTC nell’interesse dei tre clan camorristici, il cui responsabile è indagato sia per l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa (clan Puca), sia per episodi di corruzione e di turbata libertà degli incanti relativi a quattro gare a evidenza pubblica, del complessivo valore di oltre 15 milioni di euro. Sotto sequestro anche il centro polidiagnostico Igea oltre al centro commerciale Il Molino. Entrambi con sede a Sant’Antimo, sono risultate essere società di fatto tra i Cesaro, che sono i formali titolari e il capoclan Puca Pasquale, detto Pasqualino `o minorenne.

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