Il 94% dei dipendenti pubblici vuole continuare con lo smart working
Il 94% dei dipendenti pubblici vorrebbe proseguire con lo smart working. Divenuto obbligatorio a partire da febbraio 2020 con le Direttive per il contenimento dell`emergenza sanitaria, lo smart working è stato una novità assoluta per oltre 1/3 delle amministrazioni pubbliche italiane. E ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, come emerge da un`indagine di Fpa (società del gruppo Digital360) a cui hanno risposto oltre 4mila dipendenti pubblici. Oggi, infatti, il 92,3% di questi dipendenti della P.A. sta lavorando in modalità “smart” e per l`87,7% di loro si tratta di un`esperienza completamente nuova, per cui hanno dovuto utilizzare in maggioranza PC, cellulari e connessioni internet personali, spesso condividendo lo spazio in cui lavorano con altri membri della famiglia, e senza ricevere una formazione specifica sul lavoro da remoto. Eppure, il bilancio dello smart working “forzato” nella P.A. è assolutamente positivo: l`88% dei dipendenti giudica l`esperienza di successo e il 61,1% ritiene che questa nuova cultura, basata sulla flessibilità e sulla cooperazione all`interno degli enti, fra gli enti e nei rapporti con i cittadini e le imprese, prevarrà anche una volta finita la fase di emergenza.
Lo smart working ha permesso al 69,5% del personale della P.A. di “organizzare e programmare meglio il proprio lavoro”, al 45,7% di “avere più tempo per sé e per la propria famiglia”, al 34,9% di “lavorare in un clima di maggior fiducia e responsabilizzazione”. In 7 casi su 10 è stata assicurata totale continuità al lavoro, per il 41,3% dei lavoratori l`efficacia è persino migliorata (per un altro 40,9% è rimasta analoga). Per oltre il 50% la relazione con i colleghi è invariata, per il 20% addirittura migliorata. Il 93,6% vorrebbe continuare a lavorare in smart working. Ma per la maggior parte (il 66%) il lavoro da casa deve essere integrato con dei rientri in ufficio organizzati e funzionali.
“L`emergenza Covid19 ha portato un`adozione massiva e rapida dello Smart Working nella P.A., che può essere il punto di partenza per ridisegnare il futuro del lavoro pubblico”, ha – commentato Gianni Dominici, Direttore Generale di Fpa. “Le amministrazioni che già stavano sperimentando il lavoro agile hanno saputo reagire meglio all`emergenza, riuscendo a mettere in poco tempo in smart working tutti i dipendenti e superando le difficoltà, tecnologiche e organizzative, causate inevitabilmente da questa introduzione forzata. Questa esperienza, tuttavia, sta dimostrando che anche nella P.A è possibile lavorare in modo flessibile e per obiettivi invece che guardando solo agli orari e al cartellino, con effetti positivi sia per l`attività che per la vita personale”, ha aggiunto. “Perché lo smart working diventi effettivamente una nuova modalità di organizzazione del lavoro nella Pubblica Amministrazione – ha concluso Dominici – ora è necessario ripensare i processi di lavoro, definire puntualmente obiettivi e risultati individuali e fare formazione specifica sull`uso delle tecnologie e degli strumenti di comunicazione, come consigliano gli stessi dipendenti pubblici. A questo scopo, approfondiremo e commenteremo i risultati della ricerca durante FORUM PA 2020, che vuole contribuire a una diversa visione di sviluppo anche sul tema del lavoro pubblico”.