28 anni fa la strage di Capaci, l’omaggio a Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta, lenzuoli bianchi per non dimenticare

Sono passati 28 anni da quel 23 maggio 1992 quando a Capaci, sulla strada del ritorno da Roma, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro vengono uccisi dalla mafia in un attentato che segnerà per sempre la storia del Paese. Alle 17:58, al passaggio con la scorta per Capaci, 1000 kg di tritolo sistemati all’interno di fustini in un cunicolo di drenaggio sotto l’autostrada esplodono investendo in pieno il corteo di auto e uccidendo sul colpo gli agenti Montinaro, Schifani e Dicillo. Un’ora e sette minuti dopo l’attentato, Giovanni Falcone muore dopo alcuni disperati tentativi di rianimazione. Francesca Morvillo, sua moglie, morirà verso le 22:00.

Deposizione di una corona sul luogo della strage per ricordare il giudice, la moglie e i tre agenti di scorta con le autorità anche Maria Falcone e di Tina Montinaro, la vedova del caposcorta di Falcone. Quest’anno niente manifestazioni, a causa dell’emergenza del coronavirus. Durante la mattinata celebrata una santa messa nella chiesa San Domenico, dove riposa Falcone, e poi alle 17.58 un minuto di silenzio davanti all’albero Falcone, in via Notarbartolo.

“Oggi è la giornata della legalità dedicata a due magistrati simbolo della lotta alla mafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La ferocia mafiosa che ha spento le loro vite ha colpito al cuore milioni di italiani”. Così la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in un videomessaggio per la giornata nazionale della lotta alla criminalità. “Falcone e Borsellino – aggiunge – si erano caricati sulle spalle il peso di una battaglia enorme. Lo hanno fatto con una fede incrollabile nella giustizia. Celebrarne la memoria deve essere quindi l’occasione per ricordare che vincere le mafie significa soprattutto difendere la nostra società. Perché la mafia si prende gli spazi che lo Stato dimentica”.

 

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