Devastarono il pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini dopo l’uccisione del 15enne, nove arresti della Dda di Napoli tra cui alcuni parenti della vittima

Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica – D.D.A. –  e della Procura per i minorenni di Napoli, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a due ordinanze applicative di misura cautelare emesse rispettivamente dal G.I.P. del tribunale di Napoli che dispone la misura carceraria nei confronti di 7 persone e dal G.I.P. presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli che dispone la misura della permanenza in casa per 2 minori.

I maggiorenni rintracciati sono:

1. GRASSO Giovanni, detto Ivan, nato a Napoli il 26.5.1997;

2. MANCINI Gennaro nato a Napoli il 3.6.1972;

3. INCORONATO Michele, nato a Napoli il 3.6.1974;

4. PALUMBO Lucia, nata il 26.03.1978 a Napoli;

5. RUSSO Maria Pia, nata a Napoli il 20.4.1977;

6. GRASSO Salvatore,  nato a Napoli il 2.8.1975;

7. MAZZOCCHI Salvatore, nato a Napoli il 26.11.1994.

In considerazione dei gravi indizi di colpevolezza raccolti per i reati di devastazione e saccheggio, interruzione di un servizio di pubblica necessità, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale, tutti aggravati dal metodo mafioso.

La notte del 29 febbraio Ugo Russo, 15 anni, figlio di un uomo con precedenti per rapina, aveva in tasca una pistola replica e con un complice 17enne, poi arrestato, aveva preso di mira un’auto con a bordo una coppia. Lui aveva un orologio prezioso al polso, un Rolex, e i due ragazzi su uno scooter volevano rapinarglielo. La potenziale vittima era pero’ un carabiniere 23enne in servizio a Bologna ma a Napoli in ferie, uscito con la sua fidanzata; il militare dell’Arma, temendo per se’ e per la ragazza, con la pistola d’ordinanza fece fuoco contro Ugo due volte. Lui, indagato per omicidio volontario, si e’ difeso dicendo che aveva sentito la pistola scarrellare e che comunque aveva intimano al giovane di abbassare la pistola. Il complice di Ugo ha invece raccontato che il militare ha sparato quando Ugo stava gia’ scappando. Sara’ battaglia di perizie in un processo che si annuncia ad alta tensione. Il ragazzino, dopo il ferimento, fu trasportato all’ospedale Pellegrini dove decine di persone devastarono il pronto soccorso all’annuncio che era morto. E mentre i carabinieri ricostruivano l’accaduto sentendo testimoni in caserma, compreso il 17enne poi arrestato, due persone in scooter, anche loro individuate e arrestate alcuni giorni dopo, fecero fuoco contro la caserma Pastrengo. I funerali del ragazzo furono vietati perche’ c’erano gia’ le restrizioni per il coronavirus, ma questo non impedi’ alla famiglia di portare il feretro a spalla lungo i Quartieri Spagnoli, dove abitano.

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