Coronavirus: cura con integratori, la Guardia di finanza denuncia una coppia per frode

Una sorta di ‘ricetta’ con la quale promettevano di curare il coronavirus. Questo si erano inventati P.F., settantenne e M.C.L. sessantenne, amministratori di una societa’ di Peschiera Borromeo, nel milanese, da anni nel campo dei prodotti farmaceutici e degli integratori, denunciati dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso di una vasta operazione. Lo rende noto un comunicato. Oltre 170.000 i prodotti parafarmaceutici e gli integratori sequestrati dai finanzieri del gruppo Torino che hanno condotto le indagini coordinati dalla procura della Repubblica di Milano, Tiziana Siciliano, coordinatrice del VI Dipartimento ‘Tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro’ e da Mauro Clerici.

Le indagini hanno appurato come la coppia pubblicizzasse sul sito della societa’ un vero e proprio ‘protocollo medico’, da loro ideato, il quale prevedeva la somministrazione di integratori che, sommati ad altre terapie non meglio specificate, avrebbero garantito una cura efficace contro il ‘coronavirus’. Ovviamente, di quanto reclamizzato dai due soggetti non si e’ rilevata alcuna fondatezza, prosegue il comunicato, ma solo una vera e propria frode in commercio, resa ancor piu’ riprovevole visto il momento storico che il Paese sta attraversando. La coppia, gia’ nota alle cronache per essere stata arrestata per una vicenda che l’aveva vista protagonista per esercizio abusivo della professione medica e somministrazione di farmaci guasti o imperfetti, aveva ideato un ricettario medico che di medico e curativo aveva ben poco, soprattutto perche’, per ora, una cura efficace contro il coronavirus non esiste.

I finanzieri hanno oscurato i siti web della societa’ nonche’ le pagine di un noto social network dove, tra l’altro, si esortavano gli utenti “…a leggere con attenzione e condividere…” i vari consigli medico-terapeutici, dispensati da P.F. in materia di coronavirus’. E’ bene ricordare che P.F. medico non e’. Parte degli integratori e dei prodotti parafarmaceutici ‘cautelati’ dai militari erano destinati al mercato europeo, visto che la societa’ coinvolta nell’indagine annoverava clienti in Francia, Austria, Germania e Svizzera. Non solo cure mediche contro il coronavirus; gli inquirenti nel corso dell’operazione hanno anche scoperto come la coppia pubblicizzasse, con l’occasione, protocolli medici da seguire per contrastare anche forme gravi di patologie il tutto senza avere i titoli per esercitare la professione medica.

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