I familiari del ragazzo ucciso in un conflitto a fuoco con un carabiniere chiedono giustizia. L’avvocato: “Basta chiacchiere, dall’inchiesta emergerà la verità”
Mattinata in obitorio per i familiari di Ugo Russo, il 16enne ucciso ieri a Napoli da un carabiniere in seguito a una tentata rapina. Ventiquattro ore dopo, non cambia la versione della famiglia: Ugo è stato vittima di una vera e propria esecuzione. “Il carabiniere – ricostruisce il padre Vincenzo – gli ha sparato una prima volta al corpo, facendogli fare un balzo di 3/4 metri. Una volta finito a terra si è rialzato per scappare, ma a quel punto il militare gli ha puntato la pistola contro sparando una seconda volta e colpendolo alla nuca mentre Ugo era di spalle. Poi ha inseguito l’altro ragazzo che era con mio figlio sparando ancora ma mancando l’obiettivo. E’ stata un’esecuzione a tutti gli effetti”. “Nessuno vuole dire che mio nipote fosse un santo – aggiunge lo zio – ma non si può morire così”. La verità è quella che chiede anche l’avvocato della famiglia, Antonio Mormile: “Abbiamo fiducia negli inquirenti, dalle indagini emergerà la verità. D’ora in poi lasceremo parlare l’inchiesta”.