E’ indagato il carabiniere 23enne che ha sparato uccidendo un giovanissimo rapinatore a Napoli. Il padre della vittima: “E’ stata un’esecuzione, questo militare tornato a Napoli per fare Rambo”

Il carabiniere di 23 anni che questa notte ha esploso tre colpi di pistola contro il 15enne Ugo Russo a Napoli e’ indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Questa l’imputazione provvisoria che la Procura di Napoli contesta al militare, in servizio a Bologna e tornato per alcuni giorni a Napoli, che, nel corso di una rapina in via Generale Orsini, ha ucciso il ragazzo incensurato che aveva uno scaldacollo, un casco integrale e un pistola replica tra le mani. Nelle prossime ore sara’ nominato il perito per l’autopsia che sara’ determinante per confermare la versione del carabiniere. Il padre della vittima dice che Russo sia stato colpito mentre scappava, il militare nega. L’avvocato della famiglia, Gaetano Mormile, ha chiesto l’acquisizione delle immagini delle telecamere.

“Questo è sceso a Napoli per fare la guerra. E’ stata una esecuzione – incalza Vincenzo Russo, papà della vittima – qualsiasi cosa abbia fatto Ugo, perché sparare così?”. “So bene che anche il carabiniere è un ragazzo – continua il padre della vittima – che possa aver avuto paura. Dico però una cosa: dopo il primo proiettile sparato al colpo, giustificato dallo spavento, perché non ha approfittato per andarsene? Voleva fare l’eroe e bloccarlo per arrestarlo? Perché, allora, non sparargli a una gamba? In testa no, in testa è un’esecuzione. Secondo me è sceso già consapevole di fare questa cosa, c’è premeditazione. Sa come si vive a Napoli, è sceso armato perché voleva fare Rambo, si è portato la pistola – continua – questo ragazzo tiene la guerra in capa”.