Corte d’Appello di Napoli, pochi i giudici e scandalosa la situazione al Tribunale Napoli Nord. Sugli abusi edilizi manca la volontà dei Comuni

Nel Distretto giudiziario di Napoli su circa 6mila detenuti 4mila sono in espiazione della pena e 2mila circa in attesa di giudizio: “Un segnale di recupero sul pesante arretrato accumulato negli anni scorsi – ha detto il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Giuseppe de Carolis di Prossedi incontrando i giornalisti alla vigilia dell” inaugurazione dell’anno giudiziario – ma resta il collo di bottiglia determinato dalla carenza di magistrati”. Almeno 16 in meno rispetto ad un organico già sottodimensionato, secondo de Carolis di Prossedi. “É addirittura scandalosa – ha detto il procuratore generale presso la Corte d’Appello, Luigi Riello – la situazione del Tribunale di Napoli Nord in un’area a forte densità criminale”. Il numero di reati in provincia di Napoli diminuisce complessivamente, anche per quello che riguarda i minori (-14%), “ma preoccupano le collusioni tra quella parte di società civile che ufficialmente condanna la criminalità organizzata, ma fa affari con essa”. 

“Sulle demolizioni dei manufatti abusivi, eseguire le sentenze significa fare giustizia, ma manca la volontà dei Comuni che non collaborano”. Così il procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli, Luigi Riello, parlando nel corso del tradizionale incontro con i giornalisti alla vigilia della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Su 587 provvedimenti esecutivi, sono state eseguite solo 100 demolizioni. Proporrò – ha proseguito Riello – che un capitolo del bilancio del ministero della Giustizia venga destinato alle demolizioni per bypassare l’inerzia dei Comuni. Ogni volta che c’è una demolizione bisogna fare un’azione di guerra e l’intervento dello Stato è visto come un abuso. C’è una percezione di illiceità legata, forse, ad anni di inerzia e un emblematico e preoccupante capovolgimento di ruoli e valori”. Per l’avvocato generale dello Stato, Antonio Gialanella, la “favola dell’abusivismo di necessità non esiste, anche nel caso in cui siano le famiglie a decidere di costruire in zone interdette”. “C’è sempre un interesse speculativo, perché preferiscono entrare nel mercato illegale, affidandosi a imprese che lavorano in nero, procedendo con allacci abusivi. Fanno, quindi, una scelta criminale”. “Anche i tentativi politici – ha concluso – di giustificare e immaginare sanatoria vanno rigidamente osteggiati”.

Dopo una sostanziale regressione dello scorso anno, nel distretto della Corte di Appello di Napoli, che abbraccia la cosiddetta Terra dei fuochi, torna ad aumentare il numero degli incendi: da 205 casi a 258. Episodi che si legano anche allo smaltimento dei rifiuti pericolosi, problema concentrato soprattutto nella zona di competenza del tribunale di Napoli Nord, a cavallo tra le province di Napoli e di Caserta, e nella quale sono stati censiti 1.700 siti in 38 comuni. E’ uno dei contenuti della conferenza stampa dei vertici della Corte di Appello partenopea, alla vigilia della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario in programma sabato 1 febbraio al Maschio Angioino. “L’attenzione sulle discariche abusive e sull’ambiente è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni – ha detto il procuratore generale, Luigi Riello – E’ una priorità. Nel terriorio di Napoli Nord, per esempio, vi è un picco di malattie tumorali collegato, secondo ricerche dell’istituto superiore di sanità, proprio ai rifiuti tossici e a questi fenomeni estremamente gravi che noi dobbiamo attenzionare sempre di più perché è intollerabile che muoiano bambini e persone”. “Sul campo abbiamo le migliori forze, quello che si fa è moltissimo anche se, rispetto a una situazione così grave, è sempre una goccia nell’oceano”, ha aggiunto Riello secondo il quale anche “le bonifiche vanno a rilento oppure non partono e spesso bisogna anche registrare inerzia da parte dei Comuni. Abbiamo avuto risultati importanti, ma non bastano”.

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