La vera storia dei Magi, scopriamo chi erano nel racconto di mons. Filippo Ortenzi

Il Vangelo di Matteo (Matteo II, 1-14) ci racconta che dei  Magi, seguendo una stella, erano giunti in Giudea per rendere omaggio al Re che era nato, perché avevano visto sorgere la sua stella ed erano venuti per adorarlo. Detti Magi, portarono in dono a Gesù, nel giorno della nascita – avvenuta nella città di Betlemme – come preannunciato nella Bibbia (Michea 5,1) riconosciuto come Messia e Re dei Giudei, oro (in omaggio alla sua regalità), incenso (in omaggio alla sua divinità) e mirra (una gommoresina aromatica usata per le imbalsamazioni, in omaggio alla sua vittoria sulla morte). Dell’adorazione dei Magi parla soltanto l’evangelista  Matteo (Matteo II,2) dove non ne è precisato il numero e non si dice fossero Re. L’opinione che fossero tre, si diffuse per il fatto che essendo tre i doni, ne avessero portato uno ciscuno e , nei secoli successivi si iniziarono a dare anche dei nomi a detti Magi, conosciuti in Italia come GaspareBaldassarre e Merchionne ma con altri nomi in altri paesi (es.: Karsukan, Basanater Hor in Etiopia; Galgalat, Malgalat Sarachin in Israele; KagphaBadadakharida e Badadilma in Armenia; LarvandadHormisdas e Gushnasaph in Siria; ApelliusAmerius e Damascus in Grecia ecc.). Come l’invenzione dei nomi (non presenti nel vangelo) anche quella che fossero Re  è una storia venuta secoli dopo che non c’entra nulla con la figura storica dei Magi, ma con una interpretazione del Salmo LXXI,10 («Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.») non associato ai Magi né dalle fonti canoniche delle varie Chiese cristiane, né dai Padri della Chiesa. L’adorazione dei Magi a Gesù bambino è definita Teofania dalla Chiesa Ortodossa (dal greco theophàneia, composto da theos – dio e da phàinein – manifestarsi) che la festeggia unicamente al Natale ed Epifania (dal greco epifaneia – manifestazione) dalla Chiesa Cattolica che la festeggia a parte il 6 gennaio.

 

Ma chi erano i Magi? Per lo storico e scrittore greco di Alicarnasso (Asia Minore – attuale Turchia) Erodoto, i Magi o magoi (persiano magūsh, greco màgos) erano una casta sacerdotale ereditaria dei Medi sul tipo di quella dei bramini indù, sacerdoti astronomi che hanno dato nome al termine magia (latino magus, greco magos), una casta di astronomi, indovini, incantatori, incaricati del culto del fuoco, prelati dell’antica religione zoroastriana presente in Iran (letteralmente Terra degli Ariani) da tempo immemorabile, dei cui poteri divinatori ne parla anche il profeta Daniele che “per l’aiuto di Dio venne posto a capo dei “magi” di Babilonia(Daniele 4:9 e 5:11). 

L’abbigliamento dei Magi non era regale ma molto semplice, avevano pantaloni aderenti, tuniche corte, scarpe a punta ricurva e ampi mantelli sulle spalle; ma soprattutto avevano il capo coperto dai tipici “berretti frigi”, copricapo rosso conico con la punta ripiegata in avanti. La religione zoroastriana fu fondata da Zarathustra, un profeta proveniente dall’attuale Azerbaigian, il cui nome significa Terra dei Fuochi in onore di questa antica religione, tanto che nella capitale Baku ancora oggi si trova un antico tempio di fuoco Ateshgah.

I Magi che adorarono Gesù provenivano probabilmente dall’attuale Kurdistan, dove vivevano i Medi, un antico popolo iranico che per Erodoto prima ancora si chiamavano Ariani e cambiarono il nome in Medi in onore di Medea la Colchide, moglie di Giasone capo degli Argonauti ed i cui discendenti sono gli attuali Curdi. Il territorio della Media dal quale probabilmente venivano i Magi è un vasto altopiano situato nella parte settentrionale e nord-orientale della Mesopotamia, che include i laghi di Urmia e Van le catene dei monti Zagros e Tauro. A titolo di pura curiosità l’antica lingua lingua dei Medi sopravvive attualmente unicamente in un piccolo villaggio montanaro di nome Abyaneh, di poco più di 300 abitanti, situato nella regione iraniana di Isfahan, dove è ancora presente un antichissimo tempio di fuoco zoroastriano Harpak utilizzato anticamente dai Magi.

Ma perché i Magi, sacerdoti di una religione straniera, andarono a rendere omaggio a Gesù? Nel Vangelo di Matteo è scritto che seguirono un astro, e non una stella cometa. Secondo gli astronomi intorno all’Anno Uno passò vicino alla terra la cometa di Encke e nell’anno 7 a.c. ci fu una congiunzione particolarmente luminosa Giove-Saturno che si trovarono nel cielo uno vicino all’altro per ben tre volte come evidenziato da Corrado Lamberti, direttore della rivista Le Stelle, ma forse il motivo va ricercata nei testi sacri dell’antica religione mazdeista o zoroastriana, dove nell’Avesta è prevista la nascita, da una Vergine, di un “salvatore” o Saoshyant che sovrintenderà al rinnovamento del mondo. Il Saoshyant o Salvatore alla fine dei tempi porterà alla risurrezione dei corpi a cui seguirà il giudizio universale e nel Vangelo dell’infanzia arabo siriano (un vangelo apocrifo) c’è scritto che in seguito alla nascita di Gesù a Betlemme vennero dei Magi dall’oriente “… come aveva predetto Zarathustra”. 

Gesù, il Messia ebraico (māšīāḥ) che rende compimento a quanto preannunciato nella Bibbia dai Profeti Isaia (7:14) e Geremia (31:22) è anche il Salvatore (Saoshyant) profetizzato da Zoroastro nell’Avesta e sia per la Bibbia che per l’Avesta Gesù doveva, per rendere compimento alle profezie delle due religioni monoteiste dell’antichità, nascere da una Vergine, come testimoniato anche nei Vangeli di Luca (1:34-35) e Matteo (1:18-23).

La figura dei Magi, sacerdoti astronomi dell’antico culto zoroastriano (che ancora sopravvive, con circa 300.000 fedeli, concentrati soprattutto in Iran e in India), venuti da una terra straniera (probabilmente dai monti Zagros nell’attuale Kurdistan iracheno) a rendere testimonianza della manifestazione di Gesù quale Messia e Salvatore, ha una grande importanza simbolica nel cristianesimo perché rappresenta l’universalità del messaggio di Cristo venuto per la salvezza non del solo popolo d’Israele ma di tutta l’umanità. (Di mons. Filippo Ortenzi)

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