25 anni fa moriva Rossano Brazzi attore bolognese interprete di oltre 120 film molti dei quali di produzione hollywoodiana

Esordì nel 1938 sul grande schermo, recitando ruoli minori in quattro pellicole prima di ottenere il suo primo ruolo da protagonista impersonando Edmund Kean nel film Kean (1940), diretto da Guido Brignone. Sul palcoscenico arrivò nel 1939 recitando in La cena delle beffe di Sem Benelli. Ebbe una buona formazione teatrale recitando con la Compagnia di Eva Magni e Renzo Ricci. Sempre nel 1939 fu il protagonista in Aminta, per la regia di Renato Simoni e Corrado Pavolini, con Rina Morelli, Andreina Pagnani, Micaela Giustiniani, Gino Cervi, Ernesto Sabbatini, Carlo Ninchi, Aroldo Tieri ed Annibale Ninchi al Giardino di Boboli a Firenze.

In seguito si dedicò sempre di più al cinema e raggiunse una notevole popolarità durante il ventennio fascista come protagonista di film che spesso rispondevano alla politica culturale del regime. Tra questi, si ricordano in particolare il dittico Noi vivi e Addio Kira! (unica opera distribuita in due film separati) a fianco di Alida Valli e Fosco Giachetti, e Aquila nera (1946). Alla fine degli anni quaranta si avvicinò al cinema hollywoodiano con l’esordio in Piccole donne (1949) con June Allyson ed Elizabeth Taylor, ma nel ruolo di un timido musicista tedesco non convinse il pubblico. Il successo giunse invece con tipici ruoli da latin lover, prima in Tre soldi nella fontana (1954) di Jean Negulesco e poi soprattutto in Tempo d’estate (1955), di David Lean, al fianco di Katharine Hepburn. Fu da allora uno degli attori italiani che ebbero maggior successo a Hollywood, dove recitò accanto a star come Ava Gardner e Humphrey Bogart in La contessa scalza (1954), Joan Crawford in La storia di Esther Costello (1957), John Wayne in Timbuctù (1957), Joan Fontaine in Un certo sorriso (1958), Deborah Kerr in Il marito latino (1959), Maureen O’Hara in Accadde un’estate (1965), Peter Sellers in Il magnifico Bobo (1967), spesso in ruoli di antagonista o di affascinante uomo italiano di cui si invaghiva la bella straniera di turno in vacanza in Italia.

Appartenente alla Massoneria, negli anni ottanta fu coinvolto in un’inchiesta per traffico d’armi con la Somalia, ma fu poi assolto da ogni accusa. Nel 1982 interpretò, con molta ironia, proprio il ruolo di un massone nella commedia Il paramedico, al fianco di Enrico Montesano e Edwige Fenech. L’ultima interpretazione è un cameo nel thriller Fatal Frames – Fotogrammi mortali di Al Festa, uscito tre anni dopo la sua morte. Si sposò una prima volta con la baronessa Lidia Bertolini (1921-1981) e, alla morte di lei, si unì una seconda volta in matrimonio con Ilse Fischer, con la quale rimase fino alla sua morte. Dai due matrimoni non nacquero figli, ma l’attore ebbe un figlio da Llewella Humphreys, figlia del famoso malavitoso di Chicago Murray Humphreys. Fratello del regista e produttore Oscar Brazzi, tentò a sua volta la strada della regia cinematografica dirigendo tre film. È sepolto nel Cimitero Flaminio di Roma.

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