Alberto Lupo, pseudonimo di Alberto Zoboli, è stato un bravissimo attore e conduttore televisivo italiano. Oggi avrebbe avuto 95 anni

Alberto Lupo, pseudonimo di Alberto Zoboli, è stato un attore e conduttore televisivo italiano. Di famiglia borghese (il padre era preside dell’Istituto Tecnico Gaslini di Genova Bolzaneto) nacque a Bolzaneto in via Nazionale, l’attuale via Bolzaneto, e dimostrò fin dalla prima gioventù trascorsa a Pegli (una targa posta al civico 1 della via Amerigo Vespucci ne ricorda la dimora) un vivo interesse per la recitazione, frequentando a vent’anni corsi impartiti da Andrea Miano e prendendo successivamente lezioni da Lea Zanzi. Si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza per assecondare il desiderio del padre, ma continuò a nutrire la passione per il teatro, al punto da costituire una filodrammatica nella fabbrica di elettrodomestici San Giorgio, dove nel frattempo era stato assunto come impiegato. Con i suoi compagni d’avventura mise in scena Piccola città di Thornton Wilder, riscuotendo un lusinghiero successo. A lui è dedicato con una targa il foyer del Teatro Rina e Gilberto Govi di Bolzaneto. La sua squadra del cuore era il Genoa.

Nel 1946 fa il suo esordio al Centro Sperimentale Universitario di Genova Luigi Pirandello, successivamente denominato Teatro d’Arte Città di Genova, lavorandovi fino al 1952, in seguito reciterà al Piccolo Teatro di Milano ed al Teatro Nuovo, dove nella stagione 1953-54 reciterà accanto a Gino Cervi nel Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand. Esordisce come attore cinematografico nel 1954 con un ruolo nel film Ulisse di Mario Camerini. Perlopiù ottiene parti secondarie in film di genere tipici dell’epoca. Recita nel film Il sicario, diretto nel 1960 da Damiano Damiani. Nel 1955 esordisce in televisione nel romanzo sceneggiato Piccole donne diretto da Anton Giulio Majano. Da allora sarà protagonista di molti altri sceneggiati televisivi come Una tragedia americana del 1962, La cittadella del 1964, nel quale interpreta il ruolo del protagonista dottor Manson. A questo faranno seguito diversi altri romanzi sceneggiati, tra i quali Resurrezione, del 1965, tratto dal romanzo di Lev TolstojUn certo Harry Brent del 1970 e Come un uragano del 1971, e programmi televisivi di intrattenimento ai quali, ormai celebre e famoso, presterà la sua figura di impeccabile presentatore. Negli anni sessanta è protagonista di vari fotoromanzi pubblicati sui settimanali Bolero FilmGrand Hotel e Sogno; tra i suoi fotoromanzi ci sono Sposa per una notte (1964) con Giulia LazzariniSmarrimento (1965) con sua moglie Lyla RoccoL’impossibile verità (1967) con Leonora Ruffo, e La donna che non era mai nata (1967) con Nadia Marlowa. Lavora nel doppiaggio di film stranieri (per la C.I.D.), ed aveva anche attratto l’attenzione dei produttori discografici, che gli chiesero di incidere dei brani recitativi quali Io ti amo nel 1967 (cover di I Love You, recitato da Anthony Quinn) e Una telefonata nel 1971. Dal primo dei due venne tratto nel 1968 un film diretto da Antonio Margheriti.

Il successo arriva inaspettatamente nel 1971, quando viene scritturato per presentare insieme a Mina il programma televisivo di varietà della Rai Teatro 10 con la regia di Antonello Falqui. Gli autori della trasmissione Leo Chiosso e Giancarlo Del Re desiderano che entrambi i conduttori incidano la sigla finale del programma e, per adattarla alle corde interpretative dell’attore ligure, decidono insieme al direttore d’orchestra Gianni Ferrio di scrivere una canzone che comprenda una parte recitata da una voce maschile a complemento della melodia cantata da Mina. Nasce così Parole parole, brano che lo porterà alla notorietà anche in campo discografico, salendo al primo posto della hit parade e rimanendovi per diverse settimane. Di questa canzone, che ancora oggi conserva una grande popolarità, verranno anche incise versioni in svariate lingue straniere, la più famosa delle quali è quella francese interpretata da Dalida e Alain Delon. Parimenti, in quello stesso periodo fu testimonial della pubblicità di un noto bagnoschiuma (con il sottofondo musicale proprio di “Parole parole”). Nel 1974 inoltre eseguì una versione ironica del pezzo durante una delle puntate di Milleluci. Durante la sua esibizione, l’attore si guardava allo specchio e recitava – con sarcastico autocompiacimento – “mi guardo ed è come se fosse la prima volta”.

Nell’autunno 1976 è uno dei protagonisti, insieme a Nino Castelnuovo, di una serie di gialli polizieschi abbinati alla trasmissione televisiva Chi? dove interpreta la parte del commissario Serra: in ogni episodio non mancava mai una scena nella quale egli, fumatore incallito, al momento di accendersi una sigaretta trova il filtro della stessa sempre rivolto erroneamente verso l’accendino. Fu inoltre l’ultimo presentatore del popolare spettacolo musicale televisivo Senza rete. Nel 1977, all’apice della sua carriera accettò di interpretare in teatro il dramma Chi ha paura di Virginia Woolf?. Durante le prove venne colpito da una trombosi cerebrale. Ricoverato d’urgenza, rimase in coma per un lungo periodo e al suo risveglio si ritrovò afono ed affetto da un’emiparesi. Dovette in seguito sottoporsi ad una lunga e complessa riabilitazione per recuperare la voce e le facoltà motorie aiutato dalla moglie Lyla Rocco. Fortemente provato, riappare in televisione nel 1978 ospite di Renzo Villa nella trasmissione Il Bingooo in onda su Antenna 3 Lombardia. In quella occasione recitò con voce malferma la celebre poesia di Rudyard Kipling If. Il 12 novembre 1979 tornava in televisione con la trasmissione Buonasera con… Alberto Lupo, programma giornaliero del tardo pomeriggio su Rete 2. Nello stesso anno torna sul grande schermo nel film Action diretto da Tinto Brass; nel 1982, interpreta l’episodio Tre colpi di fucile della serie Dentro una stanza chiusa diretto da Daniele D’Anza; del 1983, è lo sceneggiato televisivo L’amante dell’Orsa Maggiore diretto dal fedele Anton Giulio Majano.

Morì d’infarto il 13 agosto 1984 a 59 anni, a San Felice Circeo. È sepolto nei pressi della tomba di Anna Magnani.

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