Giangiacomo Pierini (Coca-Cola Italia): “Doppia tassazione? Equivale a180 milioni in più di tasse. Lo stabilimento di Marcianise sarebbe a rischio” 

In diretta a ‘Barba&Capelli’, trasmissione di Corrado Gabriele in onda su Radio CRC, è intervenuto Giangicomo Pierini, direttore degli affari istituzionali e della comunicazione di Coca-Cola Hbc Italia: “E’ una storia che è iniziata prima dello stabilimento. Tra Coca Cola e la Campania c’è un rapporto molto stretto, anche perché a Napoli è nata una bevanda molto importante, che è quello di Fanta Aranciata. La discussione sulla legge finanziaria e la doppia tassazione, quella sullo zucchero e la tassa sulla plastica, per noi significa un impatto di 180 milioni in più di tasse, ingestibili per un’azienda. Tutto ciò che va a colpire i costi va gestita e incide sull’azienda stessa. Con le nuove tasse va ad aumentare il prezzo del prodotto del 110% . La plastica può essere recuperata e riutilizzata. Ci sono diversi tipi di plastica, quella che usiamo noi è al 100% riciclabile, che immette nell’atmosfera molto meno CO2 del vetro. Se si considerano gli anni di vita del prodotto, la plastica è il vero futuro del mondo, senza ovviamente considerare la plastica abbandonata. Noi, con investimenti, stavamo andando incontro all’utilizzo di sole bottigliette ricalati e del tutto riciclabile. Il nostro ruolo è quello di immettere sul mercato prodotti all’interno di packaging che non hanno nessun impatto sul corpo umano e sull’ambiente, utilizzandoli al meglio possibile. Il packaging deve essere, e il nostro già lo è, al 100% riciclabile. Si è preferito avere un approccio di tassazione che non prevede nessun tipo di attenzione alle conseguenze che questo avrà sul mercato. Si dovranno tagliare i costi ed è ovvio che non utilizzeremo più la plastica  riciclata, che costa nettamente di più rispetto a quella vergine. Sugar tax? Se il problema è lo zucchero, perché tassate le bevande senza zucchero? La tassazione sullo zucchero avviene in Paesi in cui l’assunzione di bevande zuccherine e l’obesità hanno numeri molto alti, ma questo non  è il caso dell’Italia. La tassazione, in un Paese come il nostro, non ha senso. Chi esporta non paga la tassa. Se noi dovessimo riconsiderare la presenza territoriale della nostra produzione, la gestione industriale sarebbe da modificare. I due stabilimenti più a rischio sono quello di Marcianise e quello del’Abruzzo. E’ uno scenario che, ci auguriamo, non si verifichi, ed è proprio per questo che ci stiamo monitorando affinché al situazione si risolva.    ”.

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