Mercoledì 11 dicembre ore 20.00 “La Dama di Picche” inaugura la stagione 2019/2020 del Teatro San Carlo di Napoli

Pëtr Il’ič Čajkovskij era sicuro di aver “scritto un capolavoro” e con La Dama di Picche  – uno tra i suoi più grandi vero capolavori  – si inaugura mercoledì 11 dicembre (ore 20.00) la Stagione 2019/2020 del Teatro di San Carlo. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del San Carlo, Juraj Valčuha – Direttore Musicale del Massimo napoletano che dirigerà Pikovaja Dama (questo il titolo originale traslitterato dal russo) nella messa in scena a firma di Willy Decker, in una produzione della Staatsoper di Amburgo, e ora rappresentata per la prima volta in Italia. Una Dama di picche, quella dello straordinario regista tedesco, scrutata attraverso un teleobbiettivo, con taglio quasi cinematografico, che si sofferma, amplificandole, sulle complesse figure del dramma. Lo spazio – disegnato insieme ai costumi da Wolfgang Gussmann  – dove colloca i singoli personaggi è grande, vuoto, quasi desolato ma claustrofobico, interagisce con gli attori, accogliendoli e trasformandone gli stati d’animo, respirando, in contrazione ed espansione, i ritmi delle contraddizioni che li caratterizza.

“Hermann, il protagonista – spiega Decker – si sente come di vivere in una prigione. È incapace di modificare la sua condizione, stritolato fra una irrealizzabile bramosia di vita e l’odio crescente verso di essa. In questa spaventosa tenebra spirituale il gioco delle carte gli appare come un miraggio, una distorta e seducente promessa. E’ povero e deve giocarsi il tutto per tutto. Non può puntare del danaro e allora punta su sé stesso, gioca per la vita o la morte. Hermann diviene, in questo modo, il prototipo per eccellenza dell’essere umano, che gioca il suo destino per la vita e la morte e, alla fine, perde sempre. Lo stesso Čajkovskij vedeva la vita come un outsider. Come omosessuale nella società zarista doveva cancellare amore e sessualità dalla sua esistenza, il desiderio di liberare la sua personalità e quello della felicità rimasero per lui sempre inappagati. La condizione di Hermann è sostanzialmente la stessa ma solo con indicatori diversi. L’outsider e il suo posto in questo mondo è uno dei temi principali di Čajkovskij. Con “La Dama di Picche” e, soprattutto, con la figura di Hermann, l’autore ritorna su questo tema con cui identificarsi e lo porta a scrivere l’opera forse più radicale e sicuramente più moderna della sua produzione”.

Ispirato al racconto omonimo di Aleksandr Puškin, La Dama di picche fu scritto da Čajkovskij su libretto (nonché su suggerimento) del fratello Modest, in solo sei settimane proprio in Italia, a Firenze, in un anonimo e sobrio hotel sui lungarni, tra passeggiate alle Cascine e qualche visita agli Uffizi. Anche la sua orchestrazione fu completata in altre sei settimane, per debuttare il 19 dicembre 1890 (il 7 dicembre secondo il calendario ortodosso), al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. In Italia, arriva nel 1906 alla Scala di Milano. Cast di cantanti di prim’ordine saranno impegnati in quest’opera che si replica sino al 15 dicembre. Misha Didyk e Oleg Dolgov si alterneranno nel ruolo di Herman, Tomas Tomasson, invece sarà il conte Tomskij, insieme a Maksin Aniskin che vestirà i panni del principe Eleckij, Liza avrà le voci di Anna Nechaeva e Zoya Tsererina e La contessa quella di Julia Gertseva. Il Coro è istruito da Gea Garatti Ansini. Lo spettacolo è stato ripreso da Stefan Heinrichs.

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