Non saranno riascoltati i ragazzini coinvolti nel dirottamento del bus a Milano “per non rivivere l’esperienza”

I cinquanta ragazzini che sono stati vittime del dirottamento dello scuolabus da parte di’ Ousseynou Sy il 20 marzo scorso non saranno riascoltati durante le udienze di acquisizione delle prove nel corso del processo a carico del senegalese. “Per loro sarebbe un massacro psicologico” ha sottolineato il pm capo del pool antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili, oggi in aula davanti alla Corte d’Assise di Milano. Anche la difesa dell’imputato, tenuta dal legale Giovanni Garbagnati, ha concordato sulla non necessita’ di riascoltare i ragazzi perche’ “questo potrebbe esporli di nuovo a quella terribile esperienza” e dunque ha dato il consenso all’acquisizione delle dichiarazioni degli studenti cremaschi per come sono state rilasciate a sommarie informazioni.

La difesa ha anche dato il via libera allo stesso permesso per il professor Alessandro Cadei, che era sul bus quel giorno, e che nel frattempo pero’ ha avuto un’ischemia e un infarto, nel timore “che questo possa peggiorare la sua condizione”; anche in questo caso potrebbero essere dunque acquisite le “ampie dichiarazioni” rese in fase di indagine. Sul punto l’accusa ha preso atto della disponibilita’ della parte avversa, ma si e’ riservata di decidere, in base a come procederanno gli interrogatori, per verificare se ci sara’ necessita’ di risentirlo.

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