25 anni fa la morte di Moana Pozzi fece nascere il mito di “donna” oltre che “pornostar”
Moana Pozzi non c’è più da 25 anni, ma il suo ricordo è ancora vivo, e non solo nei fan. Fatti di cronaca, come la disputa tra i genitori e il marito Antonio Di Ciesco sull’eredità miliardaria della diva. O la dichiarazione choc alla trasmissione tv Chi l’ha visto? di Simone Pozzi, fino a quel momento conosciuto come il fratello di Moana, di essere, in realtà suo figlio.
Mediaset ha deciso di ricordare Moana dedicandole una serata sul suo canale Iris. Il 15 settembre alle 21,15 sarà trasmesso in prima visione assoluta Amami, l’ultimo film non pornografico girato dall’attrice nel 1992. Diretto da Bruno Colella e sceneggiato da Giovanni Veronesi, vede nel cast Novello Novelli, Carlo Buccirosso, un giovanissimo Massimo Ceccherini e il cantante Edoardo Bennato. A seguire, poi, uno speciale inedito dal titolo Moana Pozzi: storia di una diva. Dove appare in trasmissioni popolari come il Maurizio Costanzo Show, Il gioco dei nove con Raimondo Vianello, Candid Camera Show con Gerry Scotti, e Il Principe azzurro con Raffaella Carrà. Perché Moana era davvero diventata un personaggio mainstream in Italia. Tanto che, quando nel 2016 la Disney ha distribuito Oceania, un film per bambini che racconta la storia di una bambina polinesiana, Moana, ha dovuto cambiare il nome della protagonista in Vaiana nell’edizione italiana per evitare ovvi riferimenti. Moana è un tipico nome di quelle terre e significa «il posto dove il mare è più profondo».
Spesso ci si è chiesti perché Moana Pozzi fosse riuscita a superare le barriere del mondo pornografico ed entrare in quello borghese dello spettacolo. Forse ha ragione Roberto D’Agostino, che è stato suo amico, quando dice «perché aveva una visione della sessualità che è ancora quella giusta. Era sobria, intelligente, colta. Leggeva Nietzsche e Bataille. Parlava un ottimo italiano, non era volgare. Non faceva paura agli uomini, né alle donne. Era diversa da altri che lavoravano in quel settore».
(RASSEGNA STAMPA – FONTE: www.amica.it)