Coldiretti, a tre anni dalla scossa di terremoto in Centro Italia le vendite dei prodotti locali sono crollate del 70%

A tre anni dalla prima scossa di terremoto che ha devastato alcune zone del Centro Italia l’economia locale stenta a riprendersi. “Si registra – spiega la Coldiretti – un crollo del 70% nelle vendite. Nelle zone terremotate e’ ancora lontano il ritorno alla normalita’, dalle difficolta’ abitative delle popolazioni locali ai problemi a far tornare i turisti, mentre si scontano i pesanti ritardi della ricostruzione. Il risultato – precisa l’associazione – e’ un crollo delle vendite dei prodotti locali che gli agricoltori, a prezzo di mille difficolta’, sono comunque riusciti a salvare dalla macerie garantendo la continuita’ produttiva e, con essa, una speranza di ripresa in un territorio a prevalente economia agricola”. 

Secondo la stima Coldiretti, sono in difficolta’ 25 mila aziende agricole e stalle censite nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, dove c’e’ una significativa presenza di allevamenti con oltre 100 mila animali tra mucche, pecore e maiali, e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialita’ di pregio famose in tutto il mondo. Se la lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp e’ in piena raccolta e si prevede una produzione di qualita’ attorno ai 3 mila-4 mila quintali in linea con lo scorso anno, in maggiori difficolta’ si trovano altri settori con un calo ad esempio del 20% del latte per la chiusura delle stalle. Lenta ripresa anche per i 444 agriturismi che secondo l’elaborazione dei dati Istat operano nell’area dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria.

“Per aiutare le aziende – dichiara Coldiretti – a risollevarsi e’ scattata in questi ultimi tre anni una grande azione di solidarieta’ e aiuto con le operazioni ‘adotta una mucca’, per dare ospitalita’ ad almeno 2.000 pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle, e ‘dona un ballone’ di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame ma anche la riscoperta dell’antica tradizione agropastorale della ‘paradura’ con la quale i pastori sardi hanno donato mille pecore ai loro colleghi umbri colpiti dalle scosse per risollevarne le sorti. Senza dimenticare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica, nella Capitale e in tutta la Penisola, che continuano ad ospitare gli agricoltori terremotati e i loro prodotti rimasti senza sbocchi di mercato con oltre 60 mila italiani che hanno assaggiato la ‘caciotta della solidarieta”, ottenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate di Norcia, Amatrice e Leonessa e il ‘cacio amico’ fatto con il latte degli allevamenti marchigiani”. 

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