25 anni se ne andava Domenico Modugno. “Mister Volare” ha lasciato il segno non solo nella musica ma anche nel cinema e nella televisione

Cantante, presentatore e attore. Ma per tutti, Domenico Modugno, e’ Mister Volare. E’ il grande interprete della musica italiana che, sul palco del Festival di Sanremo nel 1958, allarga le braccia verso il cielo e, indossato uno smoking bianco, canta: “Volare oh, oh, cantare, cantare oh, oh…”. Nel blu dipinto di blu, questo il titolo della canzone ribattezzata come Volare, e’ un successo inarrestabile che, finita l’austerita’ del secondo dopoguerra, apre al Paese le possibilita’ immaginifiche di un futuro diverso, una ripresa. Modugno, di cui domani, martedi’ 6 agosto, ricorrono venticinque anni dalla scomparsa, ha definito la storia della canzone popolare, lasciando un segno ancora oggi nei numerosi spettatori che lo ricordano e negli interpreti che rendono omaggio alla sua memoria ed eredita’ artistica.

Nato a Polignano a Mare, in provincia di Bari, il 9 gennaio 1928, Modugno lascia la Puglia a diciannove anni, insoddisfatto della vita di paese. La sua carriera inizia come attore e parte dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma che riesce a frequentare, nonostante le iniziali difficolta’ economiche, grazie a una borsa di studio. Tra i banchi della nota scuola di recitazione, conosce Riccardo Pazzaglia, che diventa l’amico di una vita, e Franca Gandolfi, giovane interprete siciliana, che sposera’ nel 1955. Nella Capitale, partono le sue prime esibizioni: dal palco del Circolo artistico di via Margutta, propone un repertorio di canzoni in dialetto salentino e di brani popolari. Insieme a Mina, e a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, nel 1960 Modugno e’ nel cast di ‘Appuntamento a Ischia’. Nel 1961 a teatro e’ il protagonista, e l’autore delle musiche, di ‘Rinaldo in campo’, commedia musicale di Garinei e Giovannini. Modugno veste i panni di un novello Robin Hood: ruba ai ricchi per dare ai poveri e finisce per unirsi ai garibaldini che vogliono liberare la Sicilia dai Borboni. Recita anche in ‘Tommaso d’Amalfi’, commedia musicale di Eduardo De Filippo, cui seguono ‘Mi e’ caduta una ragazza nel piatto’, ‘Opera da tre soldi’ di Bertold Brecht sotto la direzione di Giorgio Strehler, e Cyrano, diretto da Daniele D’Anza. Numerose anche le presenze al cinema, dove Modugno vanta ruoli significativi e camei, come ‘Uccellacci e uccellini’ e ‘Capriccio all’italiana’ di Pier Paolo Pasolini. Modugno cantante cresce insieme al Modugno attore. Nel 1952, l’artista partecipa al film ‘Carica eroica’, dove veste i panni di un soldato siciliano che deve fare dormire un bambino e, per farlo, intona una canzone popolare del suo paese, Uli’e ci tene uli’e, ovvero Ninna nanna. Grazie alla sua interpretazione, viene chiamato nella trasmissione ‘Trampolino’ e Fulvio Palmieri, il direttore del secondo canale, lancia la proposta di ideare e condurre una trasmissione in quattro puntate.

Modugno, poliedrico e gia’ autore delle sue stesse canzoni, accetta: nel 1953 e’ la nascita sul secondo canale radiofonico di Amuri…amuri, in cui Modugno interpreta brani che incidera’ in seguito dietro un contratto con la RCA, come ‘La cicoria’ o ‘La barchetta dell’amore’. Altri brani memorabili, che traggono ispirazione dal folklore popolare del grande sud, sono ‘La donna riccia’, ‘Malarazza’, ‘Lu pisci spada’ e ‘Vecchio frac’: quest’ultima canzone, interpretata fischiando e percuotendo la cassa della chitarra, trae ispirazione dalla storia del principe Raimondo Lanza di Trabia, marito dell’attrice Olga Villi, suicida nel 1954 dopo essersi lanciato nel vuoto dal suo palazzo di via Sistina, a Roma. Modugno partecipa a undici edizioni del Festival della canzone italiana e ne vince quattro: indimenticabile la sua esibizione alla kermesse del 30 gennaio 1958 insieme a Jhonny Dorelli. L’artista pugliese canta ‘Nel blu dipinto di blu’, brano scritto insieme a Franco Migliacci, e vince. E’ un trionfo: il pubblico, raccolto nel Salone delle Feste del Casino’ Municipale di Sanremo, sede dell’ottava edizione del festival, non smette di applaudire. Il brano, indimenticabile, e’ anche un successo internazionale: tradotto in tredici lingue, supera i confini italiani. Sul mercato, vince: e’ il singolo piu’ venduto nel 1958 e si ferma in cima alle classifiche anche negli Stati Uniti, dove vende milioni di copie. Nel 1959, sempre a Sanremo, Modugno porta ‘Piove’, insieme al suo doppio Dorelli, e ottiene il primo posto. Cosi’ come nel 1962 con ‘Addio… addio’ e nel 1966 con ‘Dio, come ti amo’. Nel 1974 vince la prima edizione del Premio Tenco. I suoi ultimi dieci anni di vita Modugno li ha passati a combattere contro le conseguenze di un ictus che lo aveva colpito nel giugno 1984 e costretto alla paralisi. La malattia non e’ riuscita a fermare la sua determinazione: l’artista si e’ battuto per i diritti dei malati e delle persone diversamente abili, e ha condiviso le iniziative del Partito Radicale, per cui e’ stato eletto alla Camera dei deputati nel 1987. Superata la fase critica della riabilitazione, e’ tornato a esibirsi e a regalare agli spettatori le sue canzoni, come nei due concerti alle Terme di Caracalla di Roma e in piazza San Carlo a Torino. L’ultimo concerto e’ stato quello di Polignano a Mare, la sua citta’ natale, il 26 agosto 1993. Morira’ l’anno successivo nella sua casa di Lampedusa, a soli 66 anni. A Polignano c’e’ una statua che lo ricorda: l’ha realizzata un artista argentino e lo ritrae con le braccia aperte verso il cielo. Alle spalle, il mare.

 

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