Bancarotta ed evasione fiscale, maxi retata della Guardia di finanza di Napoli, sei arresti. Sequestrato anche il Castello Aragonese di Ischia e un immobile a Capri, coinvolti anche due finanzieri

Un noto commercialista napoletano e tre imprenditori agli arresti domiciliari per bancarotta ed evasione fiscale, due appartenenti alla Guardia di Finanza indagati per corruzione (per aver preso una mazzetta per modificare un verbale), 40 milioni di beni sequestrati tra cui il Castello Aragonese di Ischia, un immobile nell’isola di Capri e vari stabili tra Napoli e Roma.  È il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Napoli coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord che ha svelato un retroscena dell’attività di un professionista napoletano che, secondo l’accusa, svuotava il patrimonio di società insolventi  prima della dichiarazione di fallimento, commettendo anche reati tributari. 

Il commercialista avrebbe poi elargito un compenso a due finanzieri per modificare un verbale ed evitare così di non far incorrere un suo cliente in un illecito penale, ma avrebbe frodato lo stesso il suo cliente «trattenendo per sé parte dell’illecito compenso», informa una nota della Procura. Sette, complessivamente, le società individuate dalla Guardia di Finanza detentrici del patrimonio illegale. Sui due finanzieri, «sono in corso di esecuzione misure coercitive», spiega la Procura della Repubblica di Napoli Nord.

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