113 anni dalla nascita del grande attore e doppiatore Paolo Stoppa. Dal teatro al cinema interpretando personaggi complessi

Esordisce in teatro nel 1927 e nel giro di pochi anni passa dal ruolo di generico a quello di attore brillante. Dal 1938 al 1940 fa parte della compagnia del Teatro Eliseo di Roma, interpretando personaggi assai complessi del repertorio classico e moderno. Nota è la sua appartenenza alla Massoneria, nell’obbedienza della Piazza del Gesù. Paolo Stoppa e Sarah Ferrati nella commedia teatrale La bella avventura(1942).

Proprio in questa famosissima compagnia incontra l’attrice Rina Morelli, che diventerà la sua compagna nella vita e sulla scena; insieme formeranno, per trent’anni, una delle coppie più affiatate del teatro italiano. Dopo la guerra conosce il regista Luchino Visconti, dall’incontro si determinerà uno dei più importanti fenomeni teatrali del dopoguerra: il trio Stoppa-MorelliVisconti metterà in scena acclamate rappresentazioni di pièce di celebri autori, come ČechovShakespeare e Goldoni.

Affermatosi come uno dei più completi attori italiani, Paolo Stoppa si impone come grande attore versatile, capace di passare con disinvoltura dai ruoli impegnati a quelli leggeri, con un carattere personalissimo delle interpretazioni, frutto del suo tipico incedere recitativo, energico e sincopato. Negli anni sessanta l’attore è all’apice della sua arte teatrale: valga per tutte l’impagabile interpretazione di Gaev in Il giardino dei ciliegi di Cechov (1965), diretto da Visconti. Nel 1976 proprio la morte di Rina Morelli e di Visconti risulteranno per lui traumatiche. Nel luglio del 1978, con l’abile regia di Giorgio De Lullo, fa il suo grande rientro a teatro durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto, al Teatro Caio Melisso, con un’amara commedia americana “Gin Game” interpretata magistralmente insieme a Franca Valeri.

Successivamente, per la regia di Patroni Griffi interpreterà anche L’avaro di Molière; mediocre sarà invece il risultato quando si farà dirigere dal giovane Memè Perlini ne Il mercante di Venezia (1980). Con un soprassalto d’orgoglio, nel 1984, ormai alla fine di una carriera esemplare, farà in tempo a essere un inedito Ciampa ne Il berretto a sonagli, diretto da Luigi Squarzina. Malato da tempo di leucemia muore a Roma il 1º maggio del 1988. È sepolto al cimitero del Verano.

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