Un genitore su tre pubblica sui social foto dei figli e rischia una multa di 500 euro

Un genitore su tre pubblica foto dei propri figli senza chiedere il consenso all’altro. Nel 40% delle cause di separazione, le foto pubblicate sui social vengono prodotte in giudizio e utilizzate come prove. Attualmente, soltanto il 5% delle violazioni viene sanzionato dai Giudici. Soltanto il 55% degli utenti si pone il problema di limitare la propria visibilita’ agli utenti che non siano amici. Sono i dati raccolti da Family Legal associazione specializzata in diritto di famiglia, che invita i genitori a fare attenzione a diffondere le foto dei figli per non incorrere anche in guai giudiziari. La pubblicazione di una foto, spiega l’associazione, senza il consenso dell’altro genitore, puo’ costare anche una sanzione fino di 500 euro. A circa una settimana dalla nascita Baby Sussex, il primogenito di Harry del Galles e di Meghan Markle, venuto alla luce il 6 maggio, e’ gia’ una star. Le prime immagini del piccolo non si sono fatte attendere: la coppia ha infatti mostrato il bimbo poche ore dopo il parto, fra le braccia di un emozionatissimo papa’ Harry, che non ha nascosto la propria felicita’ davanti a fotografi e a cronisti. Ma se per i Reali o anche per i piu’ ‘avvicinabili’ vip nostrani aggiornare i followers sull’andamento della propria vita privata, fornendo dettagli e immortalando se stessi e la propria famiglia in qualsiasi contesto, nascite comprese, e’ un modo per mantenere vivo linteresse, per i ‘comuni mortali’ postare sui social le foto, soprattutto dei figli minori, potrebbe rivelarsi un boomerang. E potrebbero fioccare anche le sanzioni pecuniarie. “L’inserimento di foto di figli minori sui social networks deve considerarsi potenzialmente pericoloso. Il web consente infatti la diffusione di immagini e dati personali a una rapidita’ tale da rendere difficoltosa, se non impossibile, una qualsiasi forma di controllo sui flussi di informazioni”, spiega l’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente e fondatore di Familylegal. “Sempre piu’ genitori considerano i figli come ‘oggetti’ di loro proprieta’: questa attitudine e’ confermata dalla pubblicazione, sempre piu’ massiccia, di immagini che ritraggono i figli gia’ nella vita prenatale (ad esempio delle ecografie in gravidanza) e nei primi mesi di vita, e da una relativa diffusione di informazioni e immagini che dovrebbero appartenere allintimita’ familiare – specifica lavvocato – Al contrario, la Costituzione e le Carte Sovranazionali tendono, invece, sempre di piu’ a promuovere una rivalutazione in chiave individualistica del minore: non piu’ uno strumento nelle mani dei genitori ma un individuo potenzialmente in grado di compiere le proprie scelte”.

Il recente intervento del legislatore europeo (risalente al maggio 2018), ha restituito un rinnovato interesse alla problematica del trattamento dei dati personali relativi a soggetti minorenni. L’art. 8 del Regolamento ha previsto, spiega Family Legal, che i minori, in questo specifico ambito, possano validamente prestare il loro consenso al trattamento dei dati personali solo a partire dai 16 anni. Per i minori di eta’ inferiore, invece, il consenso e’ valido solo se prestato o autorizzato dai genitori o comunque dal titolare della responsabilita genitoriale. Si tratta di un limite che puo scendere fino alla soglia dei 13 anni qualora gli Stati membri decidano di derogarvi con una specifica disposizione di legge. Il legislatore europeo ha cosi previsto una sorta di maggiore eta digitale qualora il consenso al trattamento dei dati, e quindi anche alla pubblicazione di foto, sia espresso da un grande minore di 16 anni. Cosa significa tradotto nella vita di tutti i giorni? Secondo Puglisi, “Il rischio nel nostro Paese e’ che i Giudici possano comminare ai sensi dell’articolo 614 bis del codice di procedura civile sempre piu’ multe per ogni singola violazione messa in atto da un genitore. Pubblichi una foto senza il consenso del figlio minore o dellaltro genitore? Puoi incorrere automaticamente in una sanzione di 500 euro”. Prima, tuttavia, dovra’ essere fatta un’apposita istanza in Tribunale e il Giudice dovra’ valutare l’opportunita’ di prevedere questo automatismo. “Se da un lato si puo’ parlare di far west digitale, essendo ancora molto larghe le maglie entro cui ci si puo’ muovere sul web, la tendenza che viene consolidandosi sempre di piu’ e’ quella di tutelare i minori in maniera piu’ garantista possibile educando i genitori a logiche meno ego riferite e piu’ tutelanti”, spiega ancora Puglisi e paradossalmente, conclude, “non e’ escluso, nel futuro, che tantissimi figli faranno causa ai propri genitori per la violazione della propria immagine”.

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