29 anni fa la scomparsa di uno dei più rappresentativi attori del cinema italiano, Aldo Fabrizi

Ricorre oggi il 29° anniversario della morte di Aldo Fabrizi (all’anagrafe Fabbrizi). Era, infatti, il 2 aprile del 1990, stessa data in cui 14 anni fa moriva Papa Giovanni Paolo II°), quando uno dei più amati e rappresentativi attori italiani, si spense per insufficienza cardiaca. Fabrizi non è stato solamente un attore, ma anche  registasceneggiatoreproduttore e poeta italiano. Attore intenso e versatile, nel corso della sua carriera ha avuto modo di misurarsi sia in ruoli comici che drammatici. È stato inoltre, insieme ad Alberto Sordi e Anna Magnani, una personalità essenziale per quanto riguarda la rappresentazione della romanità nel cinema.

Di umile famiglia (la madre gestiva un banco di frutta e verdura in Campo de’ Fiori), nasce in una abitazione in vicolo delle Grotte n. 10 (dove ancora oggi esiste una targa commemorativa). All’età di undici anni rimase orfano del padre Giuseppe, vetturino, morto per una polmonite fulminante contratta cadendo con cavallo e carretto in un fosso romano; costretto così ad abbandonare gli studi per contribuire al sostentamento della numerosa famiglia – che comprendeva anche cinque sorelle tra le quali Elena Fabrizi, in seguito soprannominata Sora Lella – si adattò a fare i lavori più disparati. Nonostante le difficoltà, la sua vocazione artistica riuscì a esprimersi pubblicando nel 1928 nelle edizioni della Società poligrafica romana (non si sa se a proprie spese) un volumetto di poesie romanesche intitolato Lucciche ar sole, che riuscì a far recensire sul quotidianoIl Messaggero,e partecipò inoltre alla redazione del giornale dialettale Rugantino; nello stesso periodo cominciò a calcare le scene, prima con la Filodrammatica Tata Giovanni, poi come dicitore in teatro delle sue stesse poesie, come era ancora uso in quegli anni. Nel 1931, a 26 anni, esordì come macchiettista nei piccoli teatri della capitale e in giro per l’Italia, insieme con la compagna “Reginella”, con il nome di “Fabrizio”, come comico grottesco romano, proponendo caricature dei tipi caratteristici romani come il vetturino, il conducente di tram e lo sciatore. Divenuto in breve tempo popolare, costituì una propria compagnia che, nel 1937, vide fra le sue file per breve tempo un giovane Alberto Sordi.

 

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