Il papà de “La mosca” compie 76 anni. Un nome legato non solo alla regia cinematografica: attore, sceneggiatore, produttore, montatore e scrittore

David Paul Cronenberg, registasceneggiatoreattoreproduttore cinematograficodirettore della fotografiamontatore e scrittore canadese, compie oggi 76 anni. È ritenuto pioniere del genere cinematografico indicato come body horror, che esplora il terrore dell’uomo di fronte alla mutazione del corpo, all’infezione e contaminazione della carne, intrecciando l’elemento psicologico della storia con quello fisico. Nella prima metà della sua carriera Cronenberg ha esplorato questi temi soprattutto attraverso l’horror e la fantascienza, sebbene i suoi lavori si siano successivamente spinti al di là di questi generi approdando anche al noir. Nel 2018 gli è stato conferito il Leone d’Oro alla carriera.

Cronenberg è nato a Toronto, nell’Ontario, il 15 marzo del 1943, figlio di Milton Cronenberg, uno scrittore ed editorialista statunitense originario  Baltimora (nel Maryland), e di Esther Sumberg, una musicista canadese, entrambi nati da famiglie ebraiche di origine lituana. Cresciuto in un ambiente politicamente progressista, Cronenberg si dichiara ateo: “Molte sono le cose che ci aiutano a evadere dalla realtà del corpo umano che per me, ateo che non crede a una vita ultraterrena e allo spirito che vive separatamente dal corpo, è un’evasione dalla realtà della condizione umana.”[4] Si laurea in lettere all’Università di Toronto, e attraverso i suoi studi ha detto di aver trovato ispirazione per il suo cinema da letture filosofiche e dagli autori della Beat Generation, come William S. Burroughs e da altri come Vladimir Nabokov. Dopo aver scritto una gran quantità di racconti fantascientifici, comincia a dedicarsi al cinema realizzando quattro cortometraggi ed i suoi primi due lungometraggi a bassa distribuzione: Stereo (1969) e Crimes of the Future (1970). Nel 1975 scrive e dirige Il demone sotto la pelle, primo film ad avere una regolare distribuzione e ad essere portato anche in Italia. Attraverso tutto l’arco della sua carriera, il cinema di Cronenberg ha seguito una progressione definita, muovendo da tematiche sociali verso un’analisi dell’interiorità umana.

I suoi primi film si incentrano sulla modifica del corpo umano da parte di scienziati, e si risolvono in un’anarchia sociale (Il demone sotto la pelleRabid – Sete di sangue). Più avanti Cronenberg cominciò ad interessarsi all’angoscia interiore dei protagonisti frutto dello sconsiderato progresso della scienza (Brood – La covata maleficaScannersVideodrome). In un periodo più tardo lo scienziato stesso è trasformato dalla sua stessa arroganza nel film più famoso del regista, La mosca. Questo percorso culmina in Inseparabili, in cui due gemelli ginecologi condividono ogni cosa nella vita e si lasciano trascinare in una spirale di codipendenza e uso di droga. La successiva produzione di Cronenberg si rivolge maggiormente a temi psicologici come il contrasto fra realtà soggettiva e oggettiva: Il pasto nudo, dal romanzo di William Burroughs, sull’arte come esplorazione dei meandri mentali, in questo caso sotto l’effetto di allucinogeni; eXistenZ, sull’illusione, il gioco, il moltiplicarsi dei livelli di realtà; M. Butterfly, sull’amore impossibile e sul desiderio come elaborazione cerebrale; Spider; sul tormentato mistero della malattia psichica.

Cronenberg stesso ha detto che i suoi film dovrebbero essere visti dal “punto di vista della malattia”, ovvero dal punto di vista del personaggio che, una volta entrato in contatto con il morbo, diventa simbolo della malattia stessa. Questa prospettiva, che assegna un punto di vista neutrale al morbo e non tenta di demonizzarlo, è illustrata chiaramente ne La mosca in cui il protagonista scopre di essersi geneticamente fuso con un insetto. Piuttosto che dire “La macchina del teletrasporto ha sbagliato”, dice “La macchina del teletrasporto è diventata un fusore di geni”: l’infezione e il disastro, nel cinema di Cronenberg, sono più agenti della trasformazione personale che problemi da risolvere. Allo stesso modo, in Crash (1996), persone che sono già state coinvolte in incidenti d’auto, ricercano nuovamente quest’esperienza vedendola come “un evento fertilizzante più che distruttivo”. In questo senso a Cronenberg, autore filosofico, interessa esplorare le diverse possibilità percettive e le derive apparentemente patologiche derivanti dalla disfunzione del principio di realtà.

Escludendo La zona morta (1983) e La mosca, Cronenberg non ha mai lavorato con grandi budget, alla maniera hollywoodiana, sebbene non gli sia mancata la possibilità di farlo. Infatti, in un primo momento, era stato preso in considerazione da George Lucas come possibile regista de Il ritorno dello Jedi, ma egli stesso declinò l’offerta. Cronenberg lavorò anche per circa un anno ad una versione di Atto di forza ma, una volta comprese le “divergenze creative” con il produttore Dino De Laurentiis e con lo sceneggiatore Ronald Shusett, abbandonò il progetto; una versione differente dello stesso film venne realizzata da Paul Verhoeven. Alla fine degli anni novanta, Cronenberg venne annunciato come regista di un seguito del film di Verhoeven, Basic Instinct, ma anche questo andò a monte.

A History of Violence (2005), interpretato da Viggo Mortensen, è uno dei suoi lavori a più alto budget. Cronenberg ha dichiarato che la decisione di dirigerlo era stata influenzata dalla necessità di finire di pagare alcuni stipendi per il suo precedente film Spider, ma è comunque stato uno dei suoi film più acclamati dalla critica. A settembre 2007, trionfa a Toronto con La promessa dell’assassino aggiudicandosi il premio dei fan. Il film rappresenta un’insolita incursione nel noir in cui Mortensen si conferma feticcio del nuovo corso intrapreso dal regista canadese. Tanto A History of Violence quanto La promessa dell’assassino si rivolgono a un pubblico più vasto. La qualità artistica di questi due nuovi film non è comunque inferiore rispetto a quella delle sue precedenti opere, un fatto confermato anche dalla critica internazionale. Fin da Inseparabili del 1988, David Cronenberg ha sempre lavorato con il direttore della fotografia Peter Suschitzky, che ha diretto la fotografia de L’Impero colpisce ancora, di cui Cronenberg era stato invitato a girare il sequel. Cronenberg ha affermato più volte che il lavoro di Suschitzky in Episodio V lo ha reso il miglior film di fantascienza che abbia mai visto, e questo fu uno dei principali motivi per cui lo scelse come suo collaboratore in Inseparabili.

Cronenberg ha fatto anche alcune apparizioni in film di altri registi come attore. La maggior parte di queste apparizioni sono dei cameo, come in Tutto in una notte di John Landis in Extreme Measures – Soluzioni estreme di Michael Apted e nella serie TV Alias. Ma occasionalmente ha anche recitato parti di maggior importanza, come in Cabal e Last Night. Non ha mai interpretato ruoli significativi nei suoi film, ma ha fatto una breve apparizione ne La moscacome uno dei ginecologi e può essere intravisto nella folla di “indemoniati” ne Il demone sotto la pelle. Nel 2008 Cronenberg realizza due progetti extra-cinematografici: la mostra “Chromosomes” al Palazzo delle Esposizioni di Roma e l’opera “The Fly” a LaOpera di Los Angeles e al teatro Châtelet di Parigi. Abbandonato il progetto di The Matarese Circle,, nel 2010 Cronenberg ha girato A Dangerous Method, che racconta la travagliata vicenda riguardante Sigmund Freud (Viggo Mortensen), Carl Gustav Jung (Michael Fassbender) e l’affascinante paziente Sabina Spielrein (Keira Knightley). Nel 2012 sceneggia e dirige Cosmopolis, tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo con protagonista Robert Pattinson e presentato in concorso al 65simo Festival di Cannes. Due anni dopo Cronenberg torna a Cannes presentando Maps to the Stars, film ambientato nel mondo hollywoodiano analizzandone i lati più controversi, con protagonisti Julianne MooreJohn Cusack e sempre Pattinson.

Sempre nel 2014, esce nelle librerie il primo romanzo scritto dal regista canadese, Divorati, storia di una coppia di giornalisti che viene coinvolta in violenze e cospirazioni internazionali dopo essere giunti in Europa per investigare su una serie di delitti. Il libro, scritto da Cronenberg in otto anni, vede i classici elementi che caratterizzano le opere del regista, come il sesso estremo, la violenza e le ossessioni. Nel 2018, riceve il Leone d’oro alla carriera della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

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