Alzheimer, terapie con luci e suoni possono portare benefici

Luce e suono potrebbero aiutare a trattare l’Alzheimer. Un studio sui topi, condotto dal Massachusetts Institute of Technology e pubblicato sulla rivista Cell, ha dimostrato che trattamenti non invasivi hanno potenziato la memoria, distruggendo le proteine legate alla malattia. Ovvero la beta amiloide, che altrimenti si accumula in placche che divorano i neuroni, provocando i sintomi dell’Alzheimer. Gli scienziati sperano che questo approccio mirato alle onde cerebrali note come oscillazioni gamma risulti altrettanto efficace negli esseri umani. I ricercatori hanno gia’ arruolato i pazienti per la prima sperimentazione clinica di questo tipo. Fino ad oggi gli scienziati hanno osservato che il loro approccio potenzia le capacita’ degli animali geneticamente modificati per sviluppare problemi mentali simili a quelli osservati nelle persone con demenza. Sia le terapie visive che quelle uditive hanno portato miglioramenti quando applicati singolarmente, ma i risultati sono stati migliori se somministrate insieme. “Quando combiniamo stimoli visivi e uditivi per una settimana, si osserva un’attivita’ nella corteccia prefrontale e una riduzione significativa di amiloide”, spiega Li-Huei Tsai, autore dello studio. Le placche sono state eliminate in vaste aree di materia grigia, comprese le aree vitali per l’apprendimento e la memoria. I ricercatori hanno eseguito test preliminari di questo tipo di stimolazione in soggetti umani sani e hanno dimostrato di essere al sicuro. Il prossimo passo sara’ la sperimentazione clinica per vedere se la tecnica produce benefici simili per i pazienti.

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