In Italia oltre due milioni di persone con problemi ai reni, in 50 mila sono in dialisi

In Italia 2,5 milioni di persone sono affette da Malattia Renale in stadio piu’ o meno avanzato; per alcuni questa condizione evolvera’ fino all’insufficienza renale e quindi alla dialisi. Attualmente sono 50.000 i pazienti che fanno terapia dialitica, meno di un millesimo della popolazione generale che pero’ assorbe il 2% delle risorse totali destinate alla sanita’. A pochi giorni dalla Giornata Mondiale del Rene, che quest’anno si svolgera’ il 14 marzo, si torna a parlare del ruolo imprescindibile della prevenzione attiva per combattere in modo efficace e al contempo sostenibile questa patologia sempre piu’ diffusa. Ma non basta promuovere corretti stili di vita e diagnosi precoce, a patologia ormai conclamata, e’ fondamentale intervenire attivamente per rallentarne il decorso: la Terapia Dietetica Nutrizionale (TDN) si e’ dimostrata in grado di ritardare la progressione dell’insufficienza renale cronica e le sue co-morbilita’, riducendo il rischio di escalation verso la fase dialitica, con risparmi sostanziali e un significativo miglioramento della qualita’ di vita dei pazienti. Con l’obiettivo di promuoverla maggiormente e’ in partenza il progetto ‘DietistaRisponde’: consulenze telefoniche gratuite dell’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID) ai pazienti, per supportarli nel loro percorso dietetico quotidiano. “Oggi il nefrologo deve lavorare sempre di piu’ sul fronte della prevenzione, in particolare nei pazienti diabetici, ipertesi e anziani, che piu’ degli altri corrono il rischio di andare incontro a insufficienza renale”, dichiara Giuliano Brunori, Direttore UO Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Trento e Presidente della Societa’ Italiana di Nefrologia. “La prevenzione si attua sottoponendosi ai dovuti controlli, esami del sangue e delle urine per rilevare eventuali marcatori di danno renale, adottando un sano stile vita, seguendo la dieta mediterranea, limitando il consumo di sale, evitando il fumo, praticando attivita’ fisica e, per chi soffre di diabete e ipertensione, tenendo sotto controllo queste patologie”. 

“Quando la funzionalita’ renale e’ definitivamente compromessa – prosegue Brunori – le opzioni sono due: il trapianto e la dialisi. In pochi, tuttavia, sono elegibili al trapianto, tanto che oggi solo 6.000 pazienti sono in lista d’attesa per un rene. La dialisi puo’ essere di due modalita’: l’emodialisi, la classica terapia ospedaliera che prevede 3 sedute a settimana della durata di circa 4 ore, molto impattante sulla qualita’ di vita, o quella peritoneale a domicilio, vantaggiosa perche’ il paziente non e’ ospedalizzato, esegue il trattamento di notte, mentre dorme, senza interferenza con le sue attivita’ quotidiane. Ma ancora solo 5.000 pazienti la praticano, contro i 45.000 che fanno emodialisi. Nel loro complesso, i 50.000 pazienti dialitici italiani costano ogni anno al SSN circa 2,5 miliardi di euro, che corrispondono al 2% della spesa del servizio sanitario. Poco meno dello 0,1% della popolazione consuma una cifra enorme di risorse destinate alla sanita’. Alla luce di questi dati, investire in prevenzione e’ quindi cruciale”. Sia sul fronte della prevenzione, sia su quello del contrasto alla progressione della patologia, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. “La dieta mediterranea e’ un prezioso strumento per prevenire le malattie renali”, spiega Ersilia Troiano, Past President dell’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID). “Su questo abbiamo realizzato una campagna di comunicazione online ‘Gioca bene le tue carte’, che illustra le ‘strategie di gioco’ piu’ utili per mantenere i reni in salute grazie all’alimentazione. Quando, invece, il danno renale ormai e’ gia’ iniziato, la Terapia Dietetica Nutrizionale (TDN) puo’ fornire un validissimo contributo all’efficacia del trattamento. Se gestita con accortezza da un operatore esperto e personalizzata in base allo specifico stato clinico del paziente e alle sue abitudini (bisogna, ad esempio, tenere conto del fatto che sempre piu’ spesso si consumano pasti fuori casa), la TDN puo’ ritardare la progressione della malattia e l’ingresso in dialisi, migliorando la qualita’ di vita delle persone. Avendo un costo sostenibile andrebbe sfruttata il piu’ possibile, mentre molti pazienti arrivano alla dialisi senza aver tentato quest’opzione”. “In Italia abbiamo 21 sistemi sanitari diversi con differenze notevoli tra uno e l’altro per quanto riguarda i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e gli esiti”, evidenzia Marco Tonelli, Presidente ANDID. “Il recente ‘Manifesto dell’alleanza tra professionisti della salute per un nuovo SSN’ ha posto l’accento proprio sulla disomogeneita’ nell’accesso alle cure sul territorio nazionale. Questo problema si ripercuote anche sulle malattie renali e la TDN. Ci sono, infatti, alcune Regioni che erogano prodotti ipoproteici, altre che lo fanno in misura limitata, altre che non la fanno affatto”.

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