I problemi di udito compromettono le relazioni sociali

Un deficit uditivo, anche non grave, si associa a danni metabolici nel cervello, compromettendo cosi’ la capacita’ di comprendere il significato delle parole e di comunicare con le persone. Questo significa che un calo dell’udito puo’ avere un impatto pesante a livello sociale ed motivo. Questi i risultati di no studio italiano pubblicato sulla rivista Human Brain Mapping, rilanciato in vista del World Hearing Day 2019, che si celebra in tutto il mondo domenica 3 marzo, che pone l’accento sullo stretto intreccio tra udito e relazioni sociali, sottolineando la necessita’ di controllare periodicamente le proprie funzioni uditive per mantenere una vita sociale attiva. Un tema di forte attualita’ considerando che nei prossimi 30 anni, entro il 2050, le persone con un calo dell’udito raddoppieranno e dai 466 milioni di oggi arriveranno a 900 milioni. Quando comunichiamo con gli altri, l’udito e cervello collaborano attivamente tra di loro: il suono delle parole viene “sentito” nella corteccia uditiva e “compreso” da un punto di vista semantico e cognitivo in altre aree del cervello. Lo studio italiano, attraverso tecniche di brain imaging, ha dimostrato come i problemi uditivi creino dei danni metabolici alle vie uditive centrali situate nel cervello a causa di un minore afflusso di sangue. Questo si traduce in alterazioni del network neurologico, che a loro volta possono portare a difficolta’ di comprensione del significato delle parole ed esporre al rischio di patologie come demenza e Alzheimer. “Gli studi scientifici non lasciano molti dubbi: non sentiamo solo con le orecchie, ma anche con il cervello, attraverso le vie uditive centrali situate nel lobo temporale”, spiega Ettore Cassandro, professore ordinario di Otorinolaringoiatria e direttore del Dipartimento Testa-Collo, Universita’ degli Studi di Salerno e past president della Societa’ italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale. “Si tratta di aree cerebrali che hanno un impatto sia sugli aspetti quantitativi dell’udito, sia su quelli qualitativi ossia di comprensione del discorso. Cio’ significa – continua – che un calo di udito puo’ tradursi in difficolta’ a comunicare con gli altri, problematiche che a loro volta possono causare la comparsa di depressione o, in casi piu’ estremi, di patologie neurologiche come la demenza o l’Alzheimer”.

Non sorprende quindi che piu’ di 8 individui su 10 confessino come la propria perdita uditiva abbia effetti negativi sulla qualita’ di vitae come un udito non trattato accresca la probabilita’ di demenza (+21 per cento) e, negli uomini, di depressione (+43 per cento). Se la scienza conferma l’importanza di prendersi cura del proprio udito per comunicare efficacemente con gli altri, mantenersi attivi e prevenire alcune patologie, i numeri mostrano come ci sia ancora molto da fare per mettere un freno ai disturbi uditivi. Si stima infatti che nel 2050 le persone con un calo dell’udito toccheranno quota 900 milioni contro i 466 milioni attuali. “Oggi siamo esposti a numerose situazioni che possono mettere a rischio il nostro udito. Per prevenire la comparsa di un problema – commentaCassandro – e’ bene seguire piccoli accorgimenti come usare gli auricolari solo per periodi di tempo limitati, tenere una distanza di sicurezza da fonti di rumore come altoparlanti e controllare periodicamente il proprio udito. In caso di un calo uditivo, comprovato da un test dell’udito professionale, e’ fondamentale intraprendere un percorso clinico di riabilitazione guidato dall’otorinolaringoiatra o dall’audiologo, in sinergia con l’audioprotesista, personalizzato in base alle cause e alla possibile evoluzione del disturbo, sfruttando quando necessario le potenzialita’ dei device acustici di ultima generazione. Oltre a essere praticamente invisibili, questi dispositivi sfruttano le ultime tecnologie per consentire un recupero dell’udito sia quantitativo, sia qualitativo, garantendo inoltre alte performance”. In occasione della giornata un gruppo di esperti ha realizzato un vademecum “Proteggi l’udito, comunica meglio” che, promosso da Amplifon, raccoglie i consigli per prendersi cura del proprio udito e mantenere cosi’ una vita sociale attiva. Si tratta di 8 consigli per prendersi cura del proprio udito per comunicare efficacemente con gli altri e per avere una vita sociale attiva: dall’effettuare controlli periodici dell’udito dopo i 30 anni e tenere il volume di mp3 e smartphone ad un livello sonoro adeguato, da utilizzare le cuffie e gli auricolari solo per periodi di tempo limitati a controllare i foglietti illustrativi dei medicinali per verificare che il farmaco non abbia effetti ototossici, fino a mantenere una distanza di sicurezza da fonti di rumore, indossare protezioni uditive in contesti particolarmente rumorosi come stadi e concerti, controllare l’udito anche in presenza di acufeni o di vertigini e, in presenza di un calo dell’udito, intraprendere un percorso di riabilitazione uditiva continuativa. 

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